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Tutorial di Redazione | 21-02-2025

Suonare nello Stile di Travis Barker: Un Grande della batteria pop-punk

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Suonare nello Stile di Travis Barker: Un Grande della batteria pop-punk

Travis Barker è probabilmente uno dei batteristi più versatili e con maggiore presenza scenica in circolazione. Barker è una vera e propria icona del punk, hip-hop e pop-punk, un musicista capace di spaziare in diversi generi musicali con altrettanto talento. 

Nella guida che stai per leggere, abbiamo deciso di approfondire un fill ispirato al suo stile, condividendo con te ogni dettaglio e guidandoti passo dopo passo nel padroneggiare questa ritmica che potrai utilizzare durante il tuo playing. 

Leggi le altre guide su batteristi famosi: 

Chi è Travis Barker? 

Travis Barker nasce il 14 novembre del 1975 in California ed è uno dei batteristi più noti nell’ambito pop-punk, soprattutto per la sua militanza nei Blink-182. Durante la sua carriera, Barker ha collaborato anche con artisti come Lil Wayne, Pharrel Williams e Snoop Dogg e, nel 2016, è stato inserito nella lista dei 100 migliori batteristi di tutti i tempi. 

Travis cresce in una famiglia modesta e ottiene la sua prima batteria all’età di soli 4 anni. Dopo aver suonato con varie band punk, si unisce agli Acquabats nel 1996 e poi ai Blink-182 nel 1998. La band americana sale alla ribalta grazie all’album Enema of the State pubblicato nel 1999, disco che riuscì a vendere oltre 15 milioni di copie. 

Nel 2008, Travis Barker sopravvive ad un incidente aereo che gli causa ustioni su oltre il 65% del corpo. Questa tragedia ha portato alla reunion dei Blink-182 con l’uscita dell’album Neighborhoods. Nello stesso anno Barker pubblica il suo album solista Give the Drummer Some, con collaborazioni con artisti come Lil Wayne e Snoop Dogg.

Dopo la breve parentesi solista, Travis Barker produce insieme ai Blink-182 altri due album: California nel 2016 e One More Time nel 2023. Nel mentre, collabora anche con artisti come Avril Lavigne e Machine Gun Kelly. 

Lo stile di Travis Barker alla batteria

Ritmica del fill 

La ritmica è molto semplice ma presenta una particolarità. Nella prima battuta, la sequenza è composta solamente da ottavi; mentre nella seconda sono presenti due ottavi iniziali seguiti da una pulsazione 2, 3  e 4, mantenendo il 4/4. 

In questo contesto, è importante fare attenzione agli accenti che si rivelano fondamentali. Nella prima battuta, quindi, si alternano accenti e ghost notes. Invece, la seconda battuta inizia con due ottavi accentati sulla prima pulsazione e una serie di ghost notes, ma si aggiungono anche due accenti e due ghost note aggiuntivi su sedicesimi e ottavi, per ottenere più dinamismo. Eseguire tutto utilizzando il rimshot è un dettaglio importante di cui tener conto. 

Come orchestrare il fill 

La seconda parte della guida riguarda l’orchestrazione del fill che parte dalla prima battuta, composta da soli ottavi e con accenti ben definiti. Prendendo ispirazione dall’intro di “Feeling This”, che si costruisce proprio su accenti e ghost note, l’obiettivo è creare un effetto simile, adattandolo al fill che stiamo suonando. Questo approccio permette di ottenere dinamiche più ricche, mantenendo la struttura di accenti e ghost note. 

Nella seconda parte, invece, occorre introdurre alcune variazioni. Il terzo accento, ad esempio, invece di essere suonato tra rullante e charleston, viene eseguito con un rullante e un crash, dando maggiore impatto al fill. Inoltre, le ghost note finali vengono sostituite da due colpi di cassa per aggiungere maggiore profondità al ritmo. 

Con la seconda battuta, si alternano i piatti da 16’’ e da 18’’ pollici per dare delle variazioni tonali. I primi quattro sedicesimi della seconda pulsazione rimangono come nella ritmica di base, aggiungendo accenti sul rullante con il rimshot per una maggiore potenza. Si chiude con il tom e il timpano. 

Allenamento con la velocità 

Per imparare a suonare perfettamente questo fill, è importante provarlo a velocità distinte partendo, ad esempio da 80 BPM. Il fill, essendo composto da due battute, lo inseriremo dopo sei battute di groove per dare un po’ di respiro e prepararci all’esecuzione. 

Una volta che il fill è assodato a 80 BPM, vale la pena salire a 140 BPM anche se, il consiglio, è quello di aumentare gradualmente di 5 BPM alla volta per evitare salti troppo bruschi. Infine, l’obiettivo è di portarlo a 200 BPM, una velocità piuttosto elevata. 

Variazione del fill con il ride 

Adesso, è arrivato il momento di imparare la variazione e dare un tocco diverso al fill attraverso l’utilizzo del ride. Si parte con il primo accento per poi seguire la sequenza con le ghost note. In questa variazione, si sostituiscono le ghost del rullante con colpi di casa, mentre la mano forte suonerà tutti gli ottavi sul ride, mantenendo una base ritmica simile ad un groove. 

Così facendo, il sound cambia drasticamente. Nella battuta successiva, sarà necessario “crashare” il ride e aggiungere un colpo di cassa, mantenendo semplicità nella seconda, terza e quarta pulsazione, per non rendere il fill troppo complesso. 

Un fill di questo tipo è molto efficace se si vuole introdurre un ritornello, ad esempio, partendo da un groove chiuso sul charleston. 

Strumentazione per suonare Travis Barker

Per suonare come Travis Barker alla batteria e avvicinarsi al suo suono, nonché stile, è possibile affidarsi ad alcuni strumenti tra piatti e rullante. Ad esempio, il set di piatti Zildjian offre un suono esplosivo: il charleston ha un attacco potente senza risultare troppo acuto e anche il crash da 16’’ sorprende in positivo. Il ride si caratterizza per una forte intensità. 

Lo Starphonic, nonostante sia un rullante in metallo e non in legno come quello utilizzato da Travis Barker, è una soluzione versatile che si adatta perfettamente a questo stile. Questo rullante ha una caratteristica sonora distintiva e offre un sound che fa la differenza. In questo modello è disponibile anche una sordina regolabile per smorzare il suono a seconda dell’accordatura. 

Tra gli aspetti più interessanti dello Starphonic c’è sicuramente il sistema di tensione doppio per la cordiera, con viti facili da regolare, senza rimuovere il blocco. Il cerchio privo di fori aggiunge qualità al design, rendendolo un rullante funzionale ma, al tempo stesso, esteticamente interessante. 

Conclusioni

Travis Barker è a tutti gli effetti un punto di riferimento quando si parla di batteria. Attraverso la sua tecnica e la sua versatilità, Barker ha costruito una carriera di successo con alcuni brani che sono passati alla storia del pop-punk. 

Nella guida che hai appena letto, abbiamo provato a realizzare un fill basato sullo stile di Travis Barker, suggerendoti step by step come implementarlo nel tuo playing, e consigliandoti anche qualche soluzione per avvicinarti al suono di una leggenda della batteria punk.

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