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Tutorial di Redazione | 10-04-2025

L'Ascolto Ideale: Come Migliorare la Qualità dei tuoi Ascolti

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L'Ascolto Ideale: Come Migliorare la Qualità dei tuoi Ascolti

Bentornati in Recording Leaks, la rubrica di SMMAG! dedicata agli appassionati di manopole, cavi da srotolare e microfoni! Il titolo dell’articolo di questo numero è assolutamente utopistico e deve essere completato. Infatti, l’ascolto ideale… non esiste (a meno che nella tua stanza non sia stata installata una sala ad acustica controllata a tua insaputa).

Parto da una premessa sicuramente provocatoria, per poter sottolineare quanto la ricerca spasmodica di un risultato più o meno ottimale del nostro mix debba necessariamente passare per l’ascolto che ne facciamo durante tutte le fasi della produzione. Affinché questo possa risultare quindi “accettabile” è necessario far riferimento ad alcune regole (per lo più geometriche e fisiche), ma anche al nostro senso di “completezza”, nel momento in cui andiamo a riascoltare il nostro lavoro.

Difatti, se è vero che il miglior ascolto si può effettuare solo passando per certe apparecchiature elettroacustiche e in certe control room specializzate, è anche vero che il mix deve piacerci, a prescindere da tutte le condizioni fisiche del caso. Esiste una linea molto labile tra ciò che è acustica (puramente fisica) e ciò che è psicoacustica (e quindi come il nostro cervello percepisce e interpreta ciò che ascoltiamo). Tutto si riconduce comunque al semplice fatto che, essendo noi tecnici al servizio di un’arte (come la musica), il nostro senso creativo e la nostra percezione del suono devono necessariamente far parte dell’equazione, fornendo quel “tocco” essenzialmente personale e unico. Con alcuni consigli pratici, cercherò di aiutarvi a trarre il meglio dalle vostre postazioni di produzione e a migliorare i vostri ascolti!

Monitoraggio & Routing

Sembrerà una banalità, ma un ascolto di qualità passa dai dispositivi fisici attraverso cui ascoltiamo i nostri suoni. Quindi cuffie e monitor nearfield di qualità sono sicuramente i nostri principali alleati nella riproduzione fedele dei suoni. Ovviamente il tutto deve essere necessariamente collegato e inserito all’interno del nostro routing utilizzando cavi di qualità ed effettuando quanti meno passaggi possibili in altri dispositivi. Ad esempio, se si intende inserire nella nostra catena un amplificatore per cuffie, accertatevi che sia di ottima qualità e cablato a dovere (possibilmente con cavi TRS o XLR, e mai con cavi sbilanciati!). Un altro disclaimer è necessario: un buon paio di monitor da studio non deve essere solo di ottima fattura, ma anche ben posizionato e calibrato sulla base dell’acustica della nostra stanza. Passiamo al prossimo punto… 

Geometria

Trovare il miglior punto d’ascolto (e quindi la posizione delle nostre orecchie) all’interno di una stanza non è affar semplice. Esistono delle regole basate sulla teoria modale (che invito ad approfondire al di fuori di queste pagine) che ci consentono di calcolarlo con esattezza. Esiste tuttavia una regola molto semplice ideata da Wes Lachot e utile per ambienti rettangolari (da prendere ovviamente con le pinze), che ci dice che il miglior punto d’ascolto è situato intorno al 38% della lunghezza del lato lungo, posizionandosi con la postazione sul lato corto.

È inoltre di fondamentale importanza posizionare i monitor da studio correttamente. Esiste infatti un’altra regola geometrica che in tutte le condizioni di ascolto è sempre valida, ovvero, che il punto d’ascolto deve essere centrato all’interno del vertice di un triangolo equilatero i cui altri due vertici sono proprio i nostri monitor da studio. Questi dovranno in ogni caso essere posizionati con criterio (circa 120cm dal suolo sfruttando dei disaccoppiatori) e angolati (si suggerisce di puntare i tweeter verso l’orecchio dell’ascoltatore).

Trattamento acustico

Abbiamo comprato i nostri monitor da studio, abbiamo collegato il tutto alla nostra workstation e ci siamo posizionati nel punto ideale all’interno della nostra stanza. Ci accorgiamo tuttavia che qualcosa non va: nella stanza ci sono delle risonanze o delle frequenze basse che “rimbombano”, il riverbero è eccessivo o sentiamo addirittura dell’eco, non riuscendo nemmeno a eliminare i rumori casalinghi di fondo (cigolio di finestre e porte, altre persone che parlano, noise del frigorifero). Bene, in poche righe vi ho elencato una miriade di problemi, che portano tutti a soluzioni differenti di correzione acustica per le quali molto spesso non è sufficiente acquistare dei pannelli fonoassorbenti da posizionare sulle nostre pareti. Un argomento, che per la sua importanza, ci ripromettiamo di approfondire nel prossimo futuro!

Test, Test, Test

Tralasciando al momento il trattamento acustico, il più grande invito che posso farvi a conclusione di questo articolo è: fate delle prove! Come accennavo all’inizio, infatti, non esiste il mix perfetto o il miglior risultato possibile (analiticamente parlando). Non c’è un controllo qualità che giudicherà i vostri mix in maniera assoluta, per cui il consiglio è quello di testarlo nelle condizioni più disparate. Dallo stereo della macchina agli auricolari del vostro smartphone, passando per dispositivi di riproduzione, oggi molto di moda, come gli assistenti virtuali per la casa. Importante poi effettuare gli ascolti ad alto volume e a basso volume, in maniera iper-concentrata e anche in maniera distratta, focalizzandovi su più o meno elementi alla volta. Un piccolo trucco per avere a disposizione un quadro più completo e cercare di tirare il massimo dal vostro lavoro casalingo.