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Un Setup Miracoloso: Migliorare una Chitarra Acustica economica

Tutti concordano su un punto: un buon setup non è un optional, ma la base imprescindibile per far rendere al meglio qualsiasi strumento.
Tuttavia, se questo è vero per una chitarra elettrica, lo è ancora di più per una chitarra acustica. Quando si lavora su uno strumento privo di pickup, cavi, amplificatori e simulazioni digitali, ogni dettaglio meccanico e costruttivo diventa determinante. In assenza di tutte le “correzioni” che il mondo elettrico può offrire, sono il legno e le corde a fare la differenza. Ed è proprio per questo che il setup acustico incide in maniera ancora più profonda su suonabilità, comfort e resa sonora.
Se l’acustica può sembrare inizialmente più ostica per chi arriva dal mondo elettrico, un intervento mirato e consapevole può trasformare completamente l’esperienza di chi la suona. In questa guida entreremo nel vivo del setup acustico, scoprendo quanto e come possa davvero migliorare anche una chitarra economica appena uscita dalla scatola.
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Una chitarra economica può avere grandi potenzialità?
Lo strumento protagonista di questo test è una chitarra acustica dal prezzo accessibile, che si aggira intorno ai 300 € – una fascia che possiamo considerare bassa. Si tratta di un modello totalmente acustico, privo di elettronica, dotato però di top in abete massello e capotasto in grafite, caratteristiche non scontate in questa fascia di prezzo.
Come spesso accade con strumenti di produzione industriale, soprattutto se provenienti da paesi asiatici (in questo caso dalla Cina), la chitarra arriva a casa senza alcun setup personalizzato, se non quello base effettuato in fabbrica. Il risultato? Un’action decisamente alta, che da un lato può contribuire a una percezione di maggiore volume e potenza, ma che rende lo strumento poco comodo da suonare, specialmente nella parte centrale del manico.
Nonostante ciò, la costruzione complessiva risulta solida e ben rifinita. La scelta è ricaduta su un modello Lag, marchio che – al pari di Yamaha – si distingue nella categoria economica per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.


Quanto può migliorare una chitarra acustica con un buon setup?
Spesso ci si chiede quanto possa realmente migliorare una chitarra acustica economica semplicemente attraverso un setup ben fatto. La risposta è: tantissimo. Uno strumento appena uscito dalla scatola, soprattutto in questa fascia di prezzo, arriva quasi sempre con un setup di fabbrica molto approssimativo, che rende la suonabilità difficoltosa. Action alta, tasti poco livellati e legni non ancora assestati sono problematiche comuni.
Il setup iniziale eseguito in fabbrica – spesso in Cina – è pensato per garantire che la chitarra suoni appena tolta dallo scatolone, ma non tiene conto delle esigenze individuali né delle variazioni dovute al trasporto e al tempo. Un’action elevata può aumentare la percezione del volume, ma rende l’esecuzione scomoda, specialmente nella zona centrale del manico.
Un setup fatto con criterio permette invece di migliorare notevolmente il feeling, la precisione e la resa sonora dello strumento. Anche piccoli interventi, come la regolazione del truss rod o la limatura del ponticello, possono cambiare radicalmente la risposta della chitarra, rendendola più comoda e musicale.
È proprio per questo che ogni chitarra nuova – anche di buon livello – dovrebbe essere regolata almeno una volta da un tecnico esperto. Solo così può essere adattata perfettamente a chi la suonerà, valorizzando davvero le sue potenzialità.


Pulizia e manutenzione: il primo passo per un buon setup
Una volta rimosse le corde, si procede con la verifica del ponticello (o traversino), controllando se sotto è presente uno spessore di fabbrica, spesso inserito per mantenere l’action alta. In alcuni casi, basta rimuoverlo per ottenere un miglioramento sensibile; se non presente, sarà necessario intervenire direttamente sulla base del traversino per regolare l’altezza.
Questa operazione è paragonabile all’abbassamento delle sellette su una chitarra elettrica, ma con una differenza sostanziale: su una acustica non si ha margine d’errore, e un taglio eccessivo richiede la sostituzione del pezzo. Per chi desidera iniziare a mettere mano allo strumento da solo, si consiglia di partire con operazioni semplici e sempre reversibili.
Il secondo passo, spesso sottovalutato, è la pulizia della tastiera e la lucidatura dei tasti. Utilizzando lana d’acciaio 0000, si può restituire brillantezza ai fret e rimuovere l’ossidazione superficiale. Se la tastiera è in legno scuro non verniciato, non è necessario coprirla; altrimenti, su legni chiari o verniciati, è bene proteggerla con del nastro di carta. Dopo la lucidatura, si rimuovono i residui con un pennello morbido.
Infine, si procede a nutrire la tastiera con un olio specifico (ad esempio, olio paglierino), che oltre a ridonare colore al legno, copre eventuali micrograffi lasciati dalla lana d’acciaio e protegge il legno e i tasti dalla corrosione. È fondamentale rimuovere l’olio in eccesso con carta assorbente per evitare che la superficie rimanga untuosa o appiccicosa.
Questi interventi, semplici ma fondamentali, rappresentano le basi di qualsiasi buon setup e migliorano sensibilmente l’aspetto e la suonabilità della chitarra.


Regolazione del manico: il ruolo del truss rod
Il primo passaggio fondamentale, una volta rimosse le corde, è la verifica della curvatura del manico. Utilizzando una riga di precisione si può osservare se il manico è eccessivamente tirato indietro, formando una sorta di “dosso” e rendendo impossibile qualsiasi controllo accurato dell'altezza dei tasti. Senza la tensione delle corde, questa condizione risulta esasperata, ma è comunque un'indicazione chiara della necessità di intervento.
Per chi non dispone di una riga, esiste un metodo alternativo: lasciare montata una sola corda (generalmente il Mi basso), premere il primo e l’ultimo tasto, e valutare se tra la corda e i tasti centrali c’è spazio. Se la corda non si muove, il manico è concavo (troppo indietro); se c’è troppa distanza, è convesso (troppo in avanti). Entrambi i casi richiedono una regolazione del truss rod.
In strumenti moderni con truss rod “double action”, la regolazione è più flessibile: svitando in senso antiorario, si allenta la curvatura; continuando, si raggiunge un “punto morto” oltre il quale la barra inizia a spingere in direzione opposta, correggendo eccessi in entrambe le direzioni. Questo sistema è un vantaggio notevole rispetto ai truss rod tradizionali, che operano in un solo verso. Durante la regolazione, è importante procedere per gradi, testando di volta in volta.


Regolazione e manutenzione della tastiera
Una volta che il manico è stato regolato per essere il più dritto possibile tramite il truss rod, è il momento di passare alla verifica dei tasti. Utilizzando una squadretta, possiamo eseguire un controllo del livellamento dei tasti a tre a tre per identificare eventuali imperfezioni. In questa fase, con l'uso della riga, si nota facilmente un "impuntamento" sul tasto, che risulta più sollevato rispetto agli altri, creando una piccola "pancia".
Questo difetto potrebbe diventare un problema se non affrontato, poiché, una volta regolato il trasto e tirato indietro, l’irregolarità può accentuarsi, facendo abbassare le corde o addirittura impedendo la suonabilità del tasto.
È importante sottolineare che operazioni come queste rientrano nel campo della liuteria e richiedono l'intervento di un professionista qualificato. Nonostante ciò, possiamo comunque eseguire delle operazioni di manutenzione semplice, come il passaggio della lana d'acciaio, che rimuove piccole imperfezioni dalla superficie del tasto e della tastiera. In seguito, per nutrire la tastiera e mantenerla in buone condizioni, si applica un olio specifico.
È fondamentale rimuovere l'eccesso di olio con un panno asciutto, poiché la tastiera tende ad "assorbire" l'olio prima di rigettare l'eccesso. Lasciare troppo olio sulla tastiera può compromettere il comfort al tatto.
Anche se i tasti possono apparire leggermente opacizzati subito dopo l'applicazione dell'olio, non c'è motivo di preoccuparsi: è un fenomeno normale che contribuisce a proteggere i tasti dalla corrosione, creando una patina protettiva.


Regolazione del traversino e montaggio delle corde
Prima di rimontare le corde su una chitarra acustica, è fondamentale controllare due aspetti: la tenuta delle meccaniche e la corretta regolazione del traversino. Le meccaniche, infatti, con il tempo e l’assestamento del legno, possono allentarsi leggermente: un rapido controllo e serraggio evita problemi futuri di accordatura instabile.
Durante il montaggio delle corde, specialmente se si utilizzano i classici “piolini” (o pivot), è importante creare una leggera curva nella corda prima di inserirla, così da evitare che il piolino si sollevi durante l’accordatura.
Per verificare quanto sia possibile abbassare l’action agendo sul traversino, si può pigiare la corda sul 12º tasto e osservare l’escursione nel tasto successivo. Se si desidera abbassare l’action, è bene procedere per gradi: limare il traversino in più passaggi da decimi di millimetro, evitando interventi drastici che costringerebbero a sostituirlo se si sbaglia.
Una volta smontato il traversino, si procede con la limatura su una superficie perfettamente piana, utilizzando carta abrasiva (grana 120 per lavorazioni più rapide o 240 per maggiore controllo). L’importante è mantenere una pressione uniforme, evitando inclinazioni che porterebbero a un taglio storto.
Per controllare la precisione del lavoro, si può usare un regolo in alluminio da posizionare sul fondo del traversino controluce: se non passa nemmeno un filo di luce, la superficie è stata lavorata correttamente.
Infine, si rimonta il traversino nel ponte, si rialzano le corde e si verifica di nuovo l’action al 12º tasto. In questo caso, il range d’escursione della corda è diminuito sensibilmente, segno che la regolazione ha avuto successo.


Il ruolo del capotasto nella suonabilità
Un elemento spesso trascurato ma fondamentale per la suonabilità di una chitarra acustica è il capotasto. Proprio come il traversino del ponte può essere troppo alto, anche la slottatura del capotasto — ovvero la profondità delle scanalature in cui si poggiano le corde — può risultare eccessivamente elevata.
Quando le corde al capotasto sono troppo alte, due problemi si manifestano immediatamente: innanzitutto, premere i tasti nei primi posizionamenti diventa più faticoso, aumentando la tensione necessaria per eseguire anche semplici accordi. In secondo luogo, premendo di più, la corda viene tirata eccessivamente verso la tastiera, causando stonature rispetto alla corretta intonazione.
Attraverso l’intervento sull’action, il cambiamento sarà evidente. La chitarra, prima dura e “resistente” sotto le dita, inizia a suonare fluida, reattiva, pronta anche con i barrè al centro del manico, eseguiti senza sforzo. Il miglioramento nella suonabilità è tale che la chitarra sembra passare da uno strumento ostico a uno davvero confortevole da suonare. Un capotasto ben regolato può fare la differenza tra una chitarra che “combatte” e una che “collabora” con le mani del musicista.


Conclusioni
Ogni chitarra, indipendentemente dal prezzo o dalla marca, merita un setup su misura. Interventi mirati su truss rod, traversino, tastiera e capotasto non solo migliorano la suonabilità, ma permettono di sfruttare appieno le potenzialità timbriche della chitarra.
Pertanto, un buon setup non è un lusso per pochi: è un passaggio fondamentale per adattare lo strumento alle proprie mani e ottenere il massimo da ogni nota. Con attenzione, pazienza e qualche strumento adatto, anche da casa si può iniziare a fare la differenza!





