Risorse per Musicisti

Risorse per Musicisti di Redazione | 27-05-2025

Ma se siamo una band chi deve essere messo in regola?

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Ma se siamo una band chi deve essere messo in regola?

Se ci pensate bene, anche alla luce di quanto spiegato negli articoli pubblicati nei precedenti numeri di SMMAG!, la risposta è abbastanza intuitiva. Già dal primo articolo vi abbiamo spiegato che “Se un musicista si esibisce presso un’attività di lucro (bar, ristorante, evento con un chiosco, ecc.) che trae beneficio dalla sua performance, l’artista sta effettuando a tutti gli effetti una prestazione lavorativa”. Quindi, quel musicista sarà un lavoratore. Se l’attività di intrattenimento è svolta da una band, si tratterà di un “gruppo di lavoratori”, quindi ogni lavoratore, in quanto tale, dovrà essere messo in regola. D’altra parte, se vogliamo fare un raffronto con un’altra tipologia di lavoratori che si può trovare in un locale, club, ecc., è abbastanza scontato che se ci sono tre camerieri, tutti e tre dovranno essere regolarizzati per evitare problemi in caso di controlli da parte degli organi preposti.

Quindi, per regolarizzare una band, è necessario che tutti i componenti siano in regola sotto l’aspetto contrattuale, fiscale, previdenziale e assicurativo.

La “furbata” poco furba

Su questo tema, tengo ad approfondire un escamotage utilizzato in modo poco furbo da alcune band. Spesso capita che un componente del gruppo si preoccupi di regolarizzare la propria posizione aprendo una partita IVA o iscrivendosi solo lui a una Cooperativa, e quindi fatturi l’intero cachet dividendo poi quanto incassato con il resto del gruppo. Questa è una cosa da evitare assolutamente perché:

1. Non risolve il problema! In caso di controlli, risulterà un lavoratore in regola mentre gli altri componenti saranno lavoratori irregolari con importanti sanzioni a carico del gestore del locale/organizzatore dell’evento.

2. Il componente del gruppo che ha trattato l’ingaggio per quella data, se ha dichiarato in forma scritta che la band sarebbe stata in regola, si espone nei confronti del gestore. In caso di sanzioni, oltre alla figura poco professionale, potrebbe essere chiamato in causa dal titolare.

3. Il componente che dichiara l’intero cachet risulterà aver percepito tale cifra come compenso personale e quindi tale importo, al netto di spese e trattenute di legge, andrà a far cumulo con il proprio reddito personale con la concreta possibilità che le trattenute IRPEF corrispondano, o possano addirittura superare, quello che era la sua parte reale di cachet.

4. Il quarto motivo riguarda in particolare i soci della Cooperativa Esibirsi o di un’altra cooperativa che applica il rimborso spese forfettario di trasferta. Questo rimborso spese è una parte dell’imponibile in fattura che resta esentasse e non va a comporre il reddito. Tale rimborso viene applicato in automatico ogni qual volta il socio si esibisce al di fuori del comune di residenza ed è quantificato fino a 46,00 euro al giorno a persona. Quindi, anche sotto questo aspetto, far risultare un unico componente non è assolutamente vantaggioso, anzi...