Risorse per Musicisti
Podcast a Norma di Legge (a cura di Note Legali)

Negli ultimi anni è esplosa la produzione di podcast non solo tra i professionisti, ma anche all’interno della scuola pubblica. È avvenuto così che gli studenti si sono appassionati nel produrre contenuti audio di ogni genere, in un mix di applicazione tecnologica e creatività.
Il podcast è uno strumento di comunicazione affascinante in grado di coinvolgere tutte le generazioni di ascoltatori e così gli editori cercano continuamente figure che siano in grado di trasferire in audio storie da raccontare in voce attraverso podcast sempre più coinvolgenti. Sempre più amatori si cimentano nella creazione di podcast, ma spesso senza sapere che l’uso di brani musicali editi è consentito purché nel rispetto del diritto d’autore... a eccezione però degli utilizzi a fini educativi.
I principi del diritto d’autore sanciti dalla legge 633 del 1941 che regola il diritto d’autore in Italia, insieme alle esclusive riservate agli autori, agli interpreti e a tutte le figure che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera artistica, vengono sospesi nel momento in cui ci si trova in un contesto educativo. Il legislatore ha cioè deciso di congelare i principi di funzionamento del diritto d’autore nel periodo scolastico. Non ci sono quindi permessi o esenzioni da richiedere perché la finalità educativa, di crescita sociale e di insegnamento viene ritenuta dal legislatore un diritto superiore al diritto del singolo autore, editore o casa discografica sul proprio prodotto.
In pratica, all’interno di un istituto scolastico le nozioni di diritto da tener presente sono pari a zero perché si può prendere qualunque brano e abbinarlo a qualunque testo (ma anche a immagini e video) per far lavorare i ragazzi al progetto di un podcast. Ma proprio perché siamo in un ambito educativo scolastico, la prospettiva dell’educatore non può chiudersi solo all’interno del ciclo scolastico, ma guardare anche oltre.
In generale, gli artisti considerano il diritto d’autore come quanto di più incompatibile ci possa essere con l’arte stessa. I giovani musicisti in particolare dichiarano proprio di non volerne sapere quasi come se una qualunque nozione giuridica li privasse dell’ispirazione o gli sporcasse la loro anima artistica.
Sappiamo però che ciò che distingue una professione da un hobby è il pagamento in denaro, cioè la capacità di guadagnare soldi grazie alla propria arte. Dunque qualche nozione giuridica che aiuti gli studenti più giovani a comprendere i principi del diritto d’autore è bene che venga trasmessa prima che essi si trovino nella condizione di avviare un’attività professionale.
Dopo cinque anni di podcast meravigliosi e senza vincoli, realizzati per esempio in un liceo, questi studenti si scontrerebbero con una realtà ben diversa. Nel giro di pochi mesi si troverebbero nei guai per aver preso contenuti a destra e a manca per mescolarli e manipolarli all’interno dei loro nuovi podcast. Perciò, senza voler gravare né gli insegnanti né gli studenti di ulteriori nozioni ed elementi da apprendere a scuola, un’infarinatura generale almeno su quelli che sono i fondamenti legali riguardo alla parte musicale sarebbe più che utile.
Potremmo per esempio spiegare ai ragazzi che se creeranno una propria opera musicale o una loro sonorizzazione, in quel caso saranno autori di quell’opera e che gli autori di un’opera musicale godono di una serie di diritti straordinari che gli ha riservato il legislatore. Se invece suoneranno un brano di un famoso compositore, in quel momento diventeranno interpreti. Già questa basica distinzione tra autore e interprete, se introdotta nel periodo scolastico, sarebbe un seme destinato a germogliare nel tempo, mentre oggi ci sono artisti di 25/30 anni che non hanno la più pallida idea di questa fondamentale distinzione e si trovano a dover imparare questi concetti dopo aver avuto esperienze negative con il mercato discografico.
Un altro principio che potrebbe essere introdotto nelle scuole è che nel momento in cui componiamo una musica ne siamo padroni e “titolari”, cioè possiamo usarla come vogliamo. In termini giuridici potremmo introdurre il paragone che si fa tra l’autore con la sua opera e il padre biologico con il proprio figlio, tra i quali si crea cioè un rapporto imprescindibile. È questa la ragione per cui in Italia non si può vendere la paternità di un’opera, cioè il diritto d’autore non è cedibile nella sua totalità. Mentre in Inghilterra, per esempio, si può cedere completamente la proprietà di un’opera dimenticandosi di quello che è stato l’apporto creativo iniziale.
In conclusione, oltre che insegnare ai ragazzi come e con quali strumenti realizzare un podcast, è fondamentale inserire qualche elemento legale in più che consenta ai ragazzi di riuscire a orientarsi una volta usciti da scuola per proseguire indisturbati nella loro attività e passione.



