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Interviste di Redazione | 17-11-2025

Lorenzo Martelli: Dietro le Quinte ma Sempre in Scena

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Lorenzo Martelli: Dietro le Quinte ma Sempre in Scena

C’è un momento, tra il silenzio di una stanza di montaggio e la frenesia di una sala creativa, in cui la musica trova il suo posto nelle immagini. È il momento della sincronizzazione, ed è lì che entra in scena una figura tanto sotto traccia quanto determinante: il Sync Manager. Quella persona che non solo ha il numero giusto nella rubrica, ma soprattutto la canzone giusta in mente.

Per raccontare questa professione a cavallo tra creatività, diritti e relazioni personali abbiamo incontrato Lorenzo Martelli, oggi Senior Director Sync Licensing Italy per BMG, colosso mondiale dell’editoria e della discografia musicale.

“Ho iniziato nel 2006, quando di questo mestiere non si sapeva praticamente nulla”, racconta Martelli, che viene da una formazione in Scienze della Comunicazione e una passione incrollabile per l’unione tra suono e immagine. “L’intuizione è arrivata studiando la storia del cinema, soprattutto l’uso delle colonne sonore da parte di autori come Kubrick. Poi ho conosciuto un musicista che faceva jingle per la pubblicità e ho capito che si poteva davvero unire musica e cinema in un mestiere.”

Il Sync Manager, infatti, è proprio la figura che si occupa di tutto quello che riguarda l’uso delle canzoni nei prodotti audiovisivi: film, serie TV, spot pubblicitari, videogame. Ma avere buon gusto musicale non basta. Serve conoscere a fondo le dinamiche legali, i contratti, i budget, e avere ottime doti di negoziazione con artisti, management, registi, case di produzione e brand. “La mia giornata si divide tra due anime: quella legale-commerciale del licensing e quella creativa, in cui cerchiamo il brano giusto da proporre sulla base dei brief che ci arrivano.”

Ma come funzionano i rapporti con le altre aziende e come si gestiscono le loro richieste? “Principalmente sono loro a cercarci. Ma anche quando la canzone che proponi non viene scelta, dimostri comunque che hai capito il linguaggio del cliente”. E questo è un elemento che permette di mantenere attiva una conversazione per il futuro.

Una conversazione che, negli ultimi anni, si è arricchita di interlocutori nuovi. “Il vero cambiamento non è arrivato tanto dai social, quanto dall’arrivo in Italia delle sedi locali di Netflix, Amazon, Paramount, Disney. Questo ha allargato lo spettro delle possibilità creative. È cambiato il tipo di musica richiesta, c’è più varietà nei generi, più attenzione a voci che prima non trovavano spazio”.

Ed è un mestiere che cambia anche al cambiare delle latitudini a cui ci si trova. Mentre in Italia si tende ancora spesso ad “andare sul sicuro”, specialmente in pubblicità, all’estero, ci dice Lorenzo, “c’è più coraggio, più voglia di sorprendere. I music supervisor americani non vogliono semplicemente accontentare il regista: vogliono stupirlo con qualcosa di inatteso”.

Ma, allora, lavorare per una multinazionale come BMG è sufficiente a creare una posizione di vantaggio nel dialogo con tutte queste realtà? “Solo in parte,” riflette Martelli. “Il peso di una grande azienda può aiutare ad aprire la conversazione, ma poi tutto si gioca sulla qualità delle proposte. Se quello che hai da offrire non è in linea con la sensibilità del progetto, non basta chiamarsi BMG per piazzare un brano. È un lavoro che ancora oggi si regge moltissimo su relazioni, credibilità e reputazione.”

Ed è proprio questo che rende affascinante il mestiere del Sync Manager: la combinazione di arte e contrattualistica, gusto musicale e problem solving, creatività e concretezza. “Ci sono giorni in cui sei in trattativa per un brano degli Aerosmith da usare in uno spot, e giorni in cui stai cercando di valorizzare una piccola band di nicchia che, magari, troverà il suo spazio in una scena di una nuova serie crime”.

Ecco allora che il ruolo del Sync Manager diventa cruciale nella filiera musicale. Un mestiere ancora poco raccontato, ma capace di dare una seconda vita o identità alle canzoni, e una prima possibilità ad artisti che cercano il loro pubblico. In un’epoca in cui la musica spesso scivola via in uno scroll, chi lavora nella sincronizzazione cerca di cristallizzarla. Di darle un tempo, un volto, una scena. E di farla rimanere impressa. Proprio come quella canzone che, all’improvviso, ti viene in mente ogni volta che rivedi quel film, o ripensi a quello spot.

Musica, diritti, futuro

Fondata nel 2008, BMG è una realtà musicale moderna che integra editoria e discografia, ridefinendo il rapporto tra artisti e industria con contratti trasparenti, maggiore libertà creativa e condizioni più eque. Quarta major mondiale, affianca sia icone della musica sia nuovi talenti, gestendo un catalogo di opere storiche. Unendo creatività e tecnologia, BMG promuove carriere sostenibili e punta a dare alla musica un impatto duraturo nel tempo.

3 tips per gli artisti emergenti

  1. Mantenere la propria creatività: con l’avvento di così tanti player internazionali come ad esempio le piattaforme streaming, è bene dare sfogo alla propria creatività dal momento che vengono prodotti contenuti di ogni genere, ambientati in ogni epoca e quindi ogni input originale a livello di scrittura musicale è una freccia in più al proprio arco
  2. Curare la qualità: il nostro è un mestiere che cerca di creare un equilibrio fra una tipologia di richieste artistiche di registi o produttori e la qualità del roster di musicisti della nostra etichetta. Per fa sì che questo equilibrio si mantenga è bene che la qualità del prodotto musicale incontri le aspettative di chi abbiamo di fronte.
  3. Allargare i propri orizzonti: non si dovrebbe mai dare per scontata la finalità delle proprie produzioni cercando costantemente di scrivere musica solo in funzione delle richieste di mercato. Le esigenze delle opere multimediali sono infatti diverse rispetto a quelle della discografia: per questo motivo, anche una composizione apparentemente fuori dalle logiche da playlist può risultare perfettamente adatta a contesti cinematografici o pubblicitari.