Osservatorio

Osservatorio di Piero Chianura | 04-09-2024

Non Guardare per Ascoltare Meglio

CONDIVIDI:
Non Guardare per Ascoltare Meglio

Da quando il computer è entrato quasi 40 anni fa negli studi di registrazione di tutto il mondo, l'ascolto della musica attraverso i diffusori (e le cuffie) audio è sempre accompagnata dalla rappresentazione virtuale e in tempo reale degli elementi sonori che ne costituiscono il contenuto. Software come Pro Tools, Logie Pro o Live offrono interfacce sofisticate e intuitive, che permettono di visualizzare le tracce audio, le forme d'onda, gli effetti e le operazioni di mixaggio dei brani. Ma quanti di noi hanno riflettuto sull'influenza negativa che questa dipendenza visiva ha sulla nostra capacità di concentrarci sul suono. Una concentrazione che, anzi, una volta cercavamo chiudendo gli occhi, dunque escludendo totalmente il senso della vista proprio per dare massima attenzione a quello dell'udito. 

I primi software di registrazione audio presentavano una visualizzazione delle tracce limitata, con uno zoppicante scrolling delle tracce che rendeva difficile una panoramica chiara e dettagliata delle registrazioni. Ma i software moderni offrono visualizzazioni più ricche e complesse. Queste caratteristiche consentono ai sound engineer (ma anche ai musicisti meno esperti) di avere una visione più accurata e dettagliata del materiale audio in tempo reale, compresa la visualizzazione delle imminenti entrate e uscite dei singoli strumenti, coi loro volumi, la loro disposizione stereofonica, ecc. In questo "gioco d'anticipo" in cui il computer visualizza anche ciò che sta per suonare, perdiamo la capacità di ascoltare attentamente e dunque di sorprenderci, finendo per compromettere anche la qualità del mixaggio dal punto di vista emotivo. Invece di concentrarci sugli elementi espressivi, l'attenzione nei confronti dell'interfaccia digitale ci porta inevitabilmente a un approccio meccanico e privo di ispirazione in quanto alimenta l'illusione che il perfezionamento tecnico attraverso la cura infinitesimale dei singoli dettagli sia l'obiettivo principale del nostro lavoro. 

L'alternativa a questo approccio è invece la riscoperta dell'ascolto attivo e, direi, esclusivo nel processo di produzione musicale, almeno durante l'ascolto del mix. Dovremmo cioè recuperare la fiducia nelle nostre capacità di ascolto e avere il coraggio di "spegnere" le distrazioni visive per ristabilire l'equilibrio tra i due sensi. È tempo di ripristinare l'attenzione sul suono come priorità principale, facendo in modo che esso fluisca liberamente e colpisca la nostra attenzione non solo dal punto di vista tecnico ma soprattutto dal punto di vista artistico ed emozionale. La visualizzazione delle tracce audio può essere un utile strumento di riferimento, ma non dovrebbe sostituire l'orecchio critico e l'esperienza umana nella creazione di un mixaggio equilibrato e coinvolgente che arrivi al cuore degli ascoltatori.