Osservatorio
Editoriale SMMAG! 12 di Piero Chianura

La musica, come ogni altra forma d’arte, vive e si nutre di un dialogo costante con ciò che è venuto prima. L’ascolto delle composizioni altrui appresenta da sempre una delle principali fonti di ispirazione per i musicisti, favorendo sia lo studio delle opere del passato sia l’innovazione creativa.
Già nell’epoca delle partiture musicali, i compositori studiavano e copiavano le opere dei loro predecessori per apprendere tecniche e linguaggi. Lo stesso Bach si ispirò ai compositori italiani come Vivaldi, rielaborando temi e strutture per adattarli al suo stile personale.
Con l’avvento dei sistemi di registrazione e riproduzione sonora, questa pratica si è evoluta ulteriormente. La possibilità di ascoltare brani più volte ha permesso ai musicisti di analizzare dettagli che, in passato, avrebbero richiesto anni di studio diretto su partiture. Questa era ha segnato anche l’inizio delle reinterpretazioni moderne, in cui i brani venivano non solo eseguiti ma anche trasformati, come avvenne con i grandi standard jazz o con le riletture rock delle ballate folk.
L’arrivo dei computer e delle tecnologie digitali ha segnato un altro punto di svolta, introducendo strumenti come il sampling e i software di produzione musicale. Ora, i musicisti potevano non solo studiare e rielaborare la musica esistente, ma anche “smontarla” letteralmente per estrapolarne singoli elementi da utilizzare in nuovi contesti creativi.
Oggi l’Intelligenza Artificiale ha ulteriormente accelerato e trasformato questo processo. L’IA è in grado di studiare le strutture melodiche, armoniche e ritmiche di brani preesistenti per generare nuove composizioni.
Questo sviluppo porta con sé grandi opportunità, ma anche interrogativi. Da un lato, le tecnologie digitali stanno democratizzando ulteriormente l’accesso alla creazione musicale, permettendo a chiunque di produrre brani con un semplice computer. Dall’altro, l’uso dell’IA fa emergere il rischio di una standardizzazione dei processi creativi, perché potrebbe indurre i produttori meno esperti a seguire schemi predefiniti piuttosto che esplorare nuove strade artistiche, spinti da un’industria musicale così focalizzata sul profitto immediato da aver ridotto la musica a prodotto usa e getta, privo di valore duraturo.
In questo contesto è fondamentale ricordare comunque che il processo di “copia e trasformazione” è sempre stato alla base della creazione musicale, ben prima dell’avvento delle tecnologie moderne. L’arte non è mai stata un atto isolato, ma un continuum in cui ogni nuova creazione si inserisce in un dialogo costante con quelle che l’hanno preceduta. E quando Picasso affermava che “Un bravo artista copia mentre un grande artista ruba” intendeva il “furto” proprio come la capacità di assorbire, reinterpretare e trasformare le idee preesistenti in qualcosa di unico e originale.
![Il Sabato di [UNVRS] è Marchiato Elrow](https://staticn.strumenti.net/750/2025/11/18/e7/sabato-unvrs-marchiato-elrow-mobile.webp)


