Guide all'Acquisto
Synth in 3 formati: Normalizzato, Semi-Modulare e Modulare

Quando si parla di formati di sintetizzatori, ci si riferisce alla struttura hardware con cui queste macchine sono progettate e non al metodo attraverso cui generano il suono. I tre formati principali di sintetizzatori sono: synth normalizzati, synth semi-modulari e sintetizzatori modulari. Ciascuno di loro presenta delle caratteristiche che li rendono più o meno adeguati a determinati contesti.
Ad esempio, i sintetizzatori normalizzati sono strumenti preconfigurati in cui i vari moduli sono già interconnessi dal produttore, pronti all’uso senza bisogno di cablaggi. Mentre i sintetizzatori semi-modulari offrono maggiore flessibilità permettendo di intervenire sulla catena del suono tramite connessioni manuali. Infine, i sintetizzatori modulari sono sistemi completamente personalizzabili, in cui ogni modulo deve essere collegato manualmente per ottenere il suono desiderato. Scopriamo insieme le differenze tra questi tre mondi diversi.
Leggi le altre guide dedicate al mondo dei synth:
- Novation Launchkey 4 vs Serie 3: Quale delle Due Keyboard Novation Scegliere?
- Prophet Family: i Sintetizzatori dell'Iconica Serie Sequential Circuits
- Come Scegliere il Sampler Perfetto: 3 modelli a confronto
Sintetizzatori normalizzati: cosa sono e come funzionano?
I sintetizzatori normalizzati sono strumenti in cui tutti i moduli principali sono cablati internamente dal produttore, permettendoti di suonare immediatamente senza la necessità di connessioni manuali.
Tra i sintetizzatori normalizzati più noti troviamo il Minifreak, MS-20, HydraSynth, Gaia 2, Poly D, MonoPoly e Sub 37. La loro caratteristica principale è quella di avere un pannello di controllo completo, con tutte le funzioni necessarie per costruire un suono da zero. Spesso (ma non sempre) integrano una tastiera o un sequencer, rendendoli strumenti immediatamente operativi.
Se stai cercando un sintetizzatore immediato, versatile e pronto all’uso, senza la necessità di cablare manualmente i moduli, un sintetizzatore normalizzato è la scelta ideale. È perfetto per chi vuole iniziare a esplorare il mondo della sintesi.
Pro dei sintetizzatori normalizzati
- Struttura preconfigurata: moduli sono già interconnessi, quindi non servono cavi per farli funzionare.
- Facilità di accesso ai parametri: permettono di creare suoni rapidamente senza dover conoscere a fondo la sintesi.
- Salvataggio dei preset: in molti modelli digitali, puoi memorizzare le patch e richiamarle con un click.
- Maggiore convenienza: offrono una vasta gamma di funzionalità a un prezzo più accessibile rispetto ai sistemi modulari.
- Supporto alla polifonia: alcuni modelli, come HydraSynth o Minifreak, permettono di suonare più note contemporaneamente.
Contro dei sintetizzatori normalizzati
- Struttura fissa: non è possibile modificare l’ordine dei moduli, come invece avviene nei sistemi modulari.
- Limitazioni nella modulazione: anche se alcuni modelli offrono matrici di modulazione avanzate, la personalizzazione resta inferiore rispetto ai sintetizzatori semi-modulari o modulari.
- Meno controllo sulla sintesi: l’interfaccia user-friendly può portare ad affidarsi troppo ai preset, senza approfondire la comprensione del suono.


Sintetizzatori semimodulari: la via di mezzo perfetta?
I sintetizzatori semimodulari offrono un equilibrio perfetto tra la semplicità dei synth normalizzati e la flessibilità estrema dei modulari. A differenza dei normalizzati, i semi-modulari non hanno tutte le connessioni interne preimpostate. Offrono sì una configurazione di base pronta all'uso, ma permettono anche di riconfigurare parte del percorso del segnale utilizzando cavetti patch.
Questo significa che possiamo intervenire sulla struttura sonora, modificando l’interazione tra oscillatori, filtri, LFO e inviluppi, proprio come nei sintetizzatori modulari.
Un grande vantaggio è che possono funzionare anche senza connessioni aggiuntive: basta accenderli e suonare, come accade con i normalizzati. Ma quando si desidera personalizzare il routing del segnale, basta inserire i cavi nei punti di patch disponibili.
Uno dei grandi punti di forza dei semi-modulari è la possibilità di integrarli con altri sintetizzatori dello stesso tipo o con moduli Eurorack. Ad esempio, il MiniBrute 2S è dotato di un rack da tre unità in cui è possibile installare moduli Eurorack, creando una configurazione personalizzata.
Pro dei sintetizzatori semimodulari
- Flessibilità sonora: permettono di esplorare nuove configurazioni senza dover ricablare tutto ogni volta.
- Espandibilità: possono essere connessi ad altri semi-modulari o moduli Eurorack per creare una macchina su misura.
- Pronti all’uso: funzionano senza bisogno di patching, ma danno la libertà di personalizzare il segnale.
- Migliore apprendimento: Aiutano a capire come funziona la sintesi senza la complessità totale di un modulare.
Contro dei sintetizzatori semimodulari
- Non si possono salvare le connessioni: se cambi i collegamenti con i cavi, non puoi salvarli come preset digitali.
- Richiedono sperimentazione: per sfruttarli al massimo, è necessario imparare a gestire la matrice di modulazione.


Sintetizzatori modulari: massima flessibilità e creatività
I sintetizzatori modulari, invece, sono strumenti completamente personalizzabili, costruiti assemblando moduli indipendenti, ciascuno con una funzione specifica. Di base, i sintetizzatori modulari sono composti da moduli come oscillatori (che generano il suono), filtri (che modellano il timbro), LFO (che creano modulazioni), inviluppi (che gestiscono la dinamica del suono) ed effetti.
Nei modulari, però, questi moduli sono separati fisicamente e non collegati in modo predefinito. Sta all’utente creare le connessioni manualmente con cavetti patch, definendo ogni aspetto del routing del segnale.
Un esempio è il System 15 di Behringer, ispirato ai mitici Moog Modular. Questo tipo di sintetizzatore non ha preset, né una struttura fissa: ogni patch è costruita da zero e può essere modificata in tempo reale. A differenza dei normalizzati e dei semi-modulari, un sintetizzatore modulare non emette alcun suono finché non vengono effettuate le connessioni. Per creare una patch di base, sarà sufficiente:
- Collegare il sequencer all'oscillatore per determinare l’intonazione delle note
- Inviare l’oscillatore al filtro, per modellare il suono
- Controllare l’apertura del filtro con un inviluppo
- Inviare il segnale finale a un'uscita audio o un mixer
I modulari non sono strumenti immediati, ma insegnano a capire davvero come funziona la sintesi sonora. Se invece preferisci un sintetizzatore pronto all’uso, con suoni preconfigurati e salvabili, un normalizzato o un semi-modulare potrebbe essere più adatto.
Pro dei sintetizzatori modulari
- Massima personalizzazione: si può costruire un sistema unico e modificabile nel tempo.
- Espandibilità: i modulari possono essere aggiornati aggiungendo nuovi moduli, creando uno strumento in continua evoluzione.
- Controllo totale sul suono: ogni parametro è gestibile separatamente, offrendo una libertà senza pari.
- Perfetto per il sound design: permette di esplorare suoni impossibili da ottenere con altri sintetizzatori.
Contro dei sintetizzatori modulari
- Curva di apprendimento ripida: senza una conoscenza di base, può essere difficile iniziare.
- Costo elevato: i modulari richiedono l’acquisto di più moduli separati, con una spesa complessiva superiore rispetto ai sintetizzatori normalizzati o semi-modulari.
- Nessun preset: ogni suono deve essere ricreato da zero, senza possibilità di salvarlo.


Conclusioni
Scegliere il sintetizzatore giusto dipende dalle esigenze personali, dall’esperienza e dal tipo di musica che vuoi creare. I sintetizzatori normalizzati sono la soluzione perfetta per chi cerca praticità e immediatezza, con un’interfaccia intuitiva e la possibilità di salvare i preset.
I semi-modulari, invece, offrono un equilibrio tra controllo e flessibilità, permettendo di personalizzare il routing del segnale senza perdere la facilità d’uso. Infine, i modulari sono il massimo della sperimentazione: ideali per chi desidera creare suoni unici e in continua evoluzione, accettando però la sfida di una curva di apprendimento più ripida. Quale formato preferisci?