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Guide all'Acquisto di Redazione | 02-12-2025

Attivi o Passivi? La Sfida Definitiva tra Pickup (con Prova Sonora)

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Attivi o Passivi? La Sfida Definitiva tra Pickup (con Prova Sonora)

Ogni chitarrista, specialmente agli inizi e se appassionato di generi spinti, ha subito il fascino dei pickup attivi. Idoli come James Hetfield, Zakk Wylde o Alexi Laiho li hanno resi un simbolo del metal, l'ingrediente segreto per un suono potente e aggressivo. Ma è davvero così? E cosa si sacrifica in cambio di quella potenza?

Per rispondere a queste domande in modo scientifico, abbiamo scelto lo strumento perfetto: due chitarre ESP LTD EC-1000 identiche in tutto (legni, costruzione, hardware), tranne che per il cuore della loro voce: i pickup. In questo modo, ogni differenza sonora che sentirete sarà attribuibile unicamente alla tecnologia, attiva o passiva, che si nasconde sotto le cover. Preparati a sfatare qualche mito e, forse, a mettere in discussione le tue certezze.

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Come funzionano? Differenze tecniche tra Pickup Attivi e Passivi

Prima di ascoltare, è fondamentale capire la tecnologia. Sebbene entrambi servano a trasformare la vibrazione delle corde in un segnale elettrico, il modo in cui lo fanno è radicalmente diverso. 

I pickup passivi sono il design tradizionale. Utilizzano magneti relativamente potenti e un gran numero di avvolgimenti di filo di rame per generare un segnale elettrico in modo, appunto, "passivo", senza bisogno di alimentazione esterna. Il loro suono è fortemente influenzato dal tipo di magnete e dalla quantità di avvolgimenti. Hanno un'impedenza d'uscita alta, che li rende più sensibili alla lunghezza dei cavi.

Invece, i pickup attivi, utilizzano magneti più deboli e meno avvolgimenti. Il segnale, di per sé molto debole, viene immediatamente inviato a un preamplificatore integrato nel pickup stesso. Questo preamplificatore è alimentato da una batteria a 9V e ha tre funzioni principali:

  • Aumentare il volume: Fornisce un segnale d'uscita molto alto e potente.
  • Ridurre il rumore: Il circuito è progettato per essere estremamente silenzioso, eliminando gran parte del ronzio (hum) tipico dei pickup ad alto guadagno.
  • Abbassare l'impedenza: Il segnale in uscita ha una bassa impedenza, il che significa che non perde frequenze alte anche con cavi molto lunghi, mantenendo sempre un suono definito.

Mito da sfatare: i pickup attivi non sono solo per il metal 

È vero che i pickup attivi sono stati adottati in massa dalla comunità metal per il loro alto output e la loro definizione, ma il loro successo iniziale era legato ad altri vantaggi. Chitarristi come David Gilmour (Pink Floyd) e Mark Knopfler (Dire Straits) li scelsero per due motivi principali:

  • Silenziosità assoluta: Su palchi enormi e con impianti luce potenti, i single coil tradizionali potevano captare un ronzio insopportabile. I pickup attivi, grazie al loro circuito interno, eliminavano questo problema, garantendo un suono pulito e privo di interferenze.
  • Risposta in frequenza estesa: Il preamplificatore interno permette di catturare uno spettro di frequenze più ampio, con acuti più brillanti e bassi più definiti, offrendo un suono hi-fi che alcuni chitarristi trovavano ideale per i loro suoni puliti e cristallini.

Quindi, non è corretto relegare i pickup attivi a un solo genere. Sono uno strumento con caratteristiche precise, la cui utilità dipende dalle esigenze del musicista, non solo dal volume della distorsione.

La prova del suono: Clean, Crunch e High Gain a confronto

È il momento della verità. Mettiamo le due chitarre identiche alla prova su tre suoni fondamentali: un pulito cristallino, un crunch rock e una distorsione high-gain. Ascoltiamo attentamente come la diversa tecnologia dei pickup si traduce in una risposta timbrica e dinamica radicalmente differente. 

Con il suono Clean, i pickup passivi Seymour Duncan mostrano la loro forza. Il suono è caldo, tridimensionale e ricco di sfumature. Rispondono magnificamente alla dinamica della plettrata. Gli attivi EMG, al contrario, risultano più freddi, con un attacco quasi "spigoloso" e una minore profondità armonica.

Sul suono Crunch, il divario si conferma. I passivi offrono un crunch "organico", ricco di medie e con un sapore vintage, che si pulisce bene abbassando il volume della chitarra. Gli attivi producono un crunch più compresso e brillante, che può suonare un po' "sbagliato" o sterile per questo tipo di sonorità.

Invece, sul suono High Gain gli EMG attivi performano egregiamente. Il suono è potente, definito, incredibilmente silenzioso e controllato, perfetto per ritmiche metal chirurgiche. Tuttavia, anche i passivi JB/'59 si difendono alla grande, offrendo un suono high-gain altrettanto potente ma con un carattere diverso: più "grezzo", con più armoniche e una sensazione più "viva" sotto le dita.

Conclusioni

La scelta tra pickup attivi e passivi spesso riflette il percorso evolutivo di un chitarrista. All'inizio, specialmente se attratti da generi musicali potenti, l'alto volume e la chiarezza chirurgica dei pickup attivi possono sembrare la soluzione definitiva, il biglietto d'ingresso per emulare i propri idoli. È una fascinazione comprensibile, legata alla ricerca di potenza e impatto immediato.

Tuttavia, con il passare degli anni e con la maturazione del proprio tocco, molti musicisti iniziano a cercare qualcosa di diverso: la sfumatura, la risposta dinamica, il calore. 

In questa fase, la compressione intrinseca degli attivi può iniziare a sembrare un limite, mentre la sensibilità e il carattere "organico" dei passivi diventano una risorsa espressiva preziosa. Non si tratta di una scelta tra "giusto" e "sbagliato", ma di trovare lo strumento che meglio dialoga con le proprie mani in un determinato momento della propria vita musicale.

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