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Fender Custom Shop ’55 e ’61? Due Relic da Sogno

Le Fender Custom Shop ‘55 e ‘61 sono due strumenti nati per far battere il cuore agli amanti del vintage. Due chitarre che, già a colpo d’occhio, si distinguono per un relic importante, di quelli che fanno discutere fin da subito.
Queste Custom Shop si caratterizzano da una cura maniacale per replicare fedelmente look e feeling delle Strat originali. Sono pronte per il palco e per arricchire la tua collezione di strumenti. Ecco perché le analizzeremo nel dettaglio dal punto di vista dell’estetica, costruzione, suonabilità, suono e rapporto qualità-prezzo.
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Due regine della Strat: cosa cambia tra la '61 e la '55?
Estetica a confronto
La Stratocaster del 1961 è un modello fondamentale nella storia di Fender. A partire dal 1959, infatti, il brand americano introduce la tastiera in palissandro, mentre il manico in acero ospita una tastiera scura e vellutata, perfetta per chi ama il feeling delle vecchie Strat.
Dal punto di vista estetico, siamo davanti ad una chitarra che non passa di certo inosservata: relic pesante, vissuto, di quelli che fanno discutere per ore i chitarristi. Il body si caratterizza da un black over sunburst, una finitura tipica delle Custom Shop più aggressive.
Il battipenna, invece, è quello classico dell’epoca con i pickup, potenziometri e selettore che mostrano un ingiallimento leggero. Completano il look le meccaniche vintage, con il retro del corpo anch’esso relicato.
La Stratocaster Custom Shop 1955 è un modello che si distingue per eleganza e raffinatezza. Il sunburst a due toni è fedele alle produzioni dell’epoca e si distingue per l’assenza della classica sfumatura rossa centrale.
La vera chicca è il manico in acero fiammato di altissima qualità. L’hardware, invece, si caratterizza da meccaniche e ponte dorati, con il battipenna in alluminio anodizzato con riflessi caldi. In questo caso, il relic è meno pronunciato e invadente.
Un dettaglio da non trascurare è il peso: il body in frassino la rende più pesante della ‘61, costruita in ontano. Ciò impatta sulla suonabilità, soprattutto se si suona in piedi per lunghi periodi di tempo.


Manico, tasti e feeling: cosa si sente sotto le dita?
La Fender Stratocaster Custom Shop 1961 è uno strumento costruito in maniera impeccabile. Appena la si imbraccia, si percepisce subito la qualità in ogni suo elemento. La finitura è in nitrocellulosa doppio strato, mentre i tasti jumbo offrono un feeling moderno e comodo.
Una scelta che fa discutere riguarda i pickup montati su questa '61: i Texas Special Custom Shop. Decisamente più spinti rispetto ai classici anni ’60, una scelta forse meno vintage-oriented. La Stratocaster 1955 è costruita con body in frassino e manico in acero fiammato. Il manico è un profilo soft V ma ha una pancia più pronunciata.
La tastiera della ‘55 è dotata di compound radius 7,25’’-9,5’’, una scelta che modernizza la suonabilità senza stravolgere il feeling vintage. Anche se non storicamente corretta per un modello del 1955 (in cui il radius era fisso e più arcuato), questo profilo misto può aiutare molti chitarristi a trovare un miglior bilanciamento tra accordi e bending.
Per quanto riguarda l’elettronica, la ‘55 monta dei Custom Shop Hand-Wound Bone-Tone, pickup avvolti a mano e realizzati con materiali premium. Una scelta azzeccata che offre un suono dinamico e ricco. In ogni caso, entrambe le chitarre montano il classico tremolo sincronizzato Fender, con leva vintage.


Il vero confronto: come suonano?
La prima sensazione suonando la Strato ‘55 è immediata: il suono è brillante, scolpito, con una leggera enfasi sulle frequenze acute. Tolto il riverbero, il suono rimane dinamico, cristallino e con un attacco preciso che sottolinea la qualità del frassino e dei pickup montati.
Spostandoci al pickup al ponte, la chitarra sorprende per la sua capacità di essere morbida e compatta, preservando una grande definizione anche sui fraseggi ritmici. Il pickup centrale, il più sottovalutato, ha un timbro corposo, rotondo e perfettamente “Stratocasteriano”.
Con l’ingresso della distorsione, la ‘55 spinge senza impastarsi, con una dinamica che rimane incredibile e con un sustain naturale. Il selettore a 5 posizioni, probabilmente installato direttamente da Fender, aggiunge versatilità senza compromettere lo spirito vintage.
La Stratocaster ‘61, invece, è più leggera e più morbida sulle alte. Il palissandro sulla tastiera si fa sentire e il suono diventa più vellutato. In confronto, la ‘55 sembra più cattiva, diretta e tagliente. La ‘61 ha più grazia ed è uno strumento che grida “blues” da tutti i pori.
Il pickup centrale suona con grande equilibrio, e anche al ponte – notoriamente una posizione più ostica su queste chitarre – il tono rimane presente senza diventare sottile.
Con un suono più spinto e aggressivo, la ‘55 si presta meglio per contesti rock, mentre la ‘61 è perfetta per chi cerca maggiore espressività. Entrambe rispondono alla grande alla dinamica del tocco ma in modo diverso: la ‘55 è istantanea, mentre la ‘61 ti accompagna durante il fraseggio.
Quando si alza il gain, la '55 si riempie, diventa massiccia, ma mai impastata. La '61, invece, mantiene sempre una certa eleganza, anche con distorsione.


Suonabilità e rapporto qualità/prezzo
La suonabilità è uno dei parametri più soggettivi, ma anche tra i più rivelatori. La ‘61 è più leggera, con una tastiera leggermente rialzata rispetto alla ‘55 e un feeling immediatamente confortevole. E’ una chitarra che, anche attraverso un equilibrio perfetto tra peso ed ergonomia, ti fa sentire a casa.
La ‘55, invece, è leggermente più pesante e richiede un po’ più di impegno. Si tratta di uno strumento da “conquistare” e questa resistenza iniziale, che per alcuni può essere interpretata come un difetto, fa semplicemente parte del suo “carattere”.
Il punto dolente di questi due strumenti è sicuramente il prezzo. Il prezzo di entrambe le chitarre si aggira intorno ai € 5000, una cifra che per molti potrebbe essere inaccessibile. Valgono davvero così tanto?
Senza dubbio, sono strumenti eccezionali. Ma quando il prezzo è così alto, diventa difficile valutare oggettivamente il rapporto qualità/prezzo. La qualità c’è, l’artigianalità pure, ma chitarre di questo tipo rientrano nel campo del collezionismo e dell’investimento emotivo.
Chi può permettersele farà un grande acquisto. Sono strumenti che mantengono valore nel tempo, sono affidabili, curati nei dettagli e offrono un’esperienza sonora e tattile di altissimo livello.


Conclusione
Le Fender Custom Shop '55 e '61 rappresentano due interpretazioni eccellenti dello spirito Stratocaster, ognuna con un’identità ben definita. La ‘55 è decisa, brillante, muscolare; la ‘61 più morbida, elegante, ricca di sfumature. Due strumenti di altissima qualità, pensati per chitarristi che cercano il massimo in termini di suono, feeling e look. Certo, il prezzo è elevato, ma riflette materiali, manodopera e fedeltà storica. Per chi suona sul serio o colleziona con passione, queste chitarre non sono semplici strumenti: sono esperienze da vivere.