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Practise Pad per Batteristi: Allenarsi in Silenzio e in Modo Efficace

Se sei alla ricerca del miglior pad da allenamento per batteria, sei nel posto giusto. Nella guida che stai per leggere, mettiamo alla prova tre tra i pad più conosciuti e utilizzati nel mondo dei batteristi: Evans RealFeel, Stagg Practice Pad e Zildjian Reflexx. Tre strumenti diversi per costruzione, feeling e prezzo, ma con un unico obiettivo: aiutarti a migliorare tecnica, controllo e precisione.
Ogni aspetto sarà valutato per capire non solo quale pad sia il più adatto a uno studio quotidiano, ma anche quale offra il miglior rapporto qualità/prezzo. Pronto a scoprire chi vince la sfida? Cominciamo!
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Confronto pad allenamento batteria: Evans vs Stagg vs Zildjian Reflexx
Costruzione: qualità dei materiali e packaging
La costruzione di un pad allenamento non si limita alla superficie su cui si suona: anche materiali, finiture e confezionamento incidono sull’esperienza d’uso, specialmente per chi si allena spesso in mobilità.
Il RealFeel è tra i pad più iconici e longevi sul mercato, ma arriva senza scatola protettiva, un piccolo limite per chi desidera conservarlo o trasportarlo senza danni. Il design double-face offre due superfici diverse: una classica in gomma e una più dura, che aumenta notevolmente il rimbalzo. Ben costruito, solido, con dimensioni generose e una certa robustezza che si traduce anche in un peso leggermente superiore alla media.
Il pad Stagg sorprende fin dal primo impatto: è il più economico del confronto, ma include una pratica scatola rigida, suggerendo grande attenzione ai dettagli. La superficie in gomma è simile a quella del RealFeel, mentre la parte inferiore è realizzata in materiale antiscivolo spugnoso. Inoltre, presenta un foro per il montaggio su asta: un plus non scontato in questa fascia di prezzo. Leggero, pratico e ben rifinito per quello che costa.
Anche il Reflexx arriva con la sua confezione (un po’ ingombrante, ma presente). Il design è compatto e curato, con due superfici a rimbalzo differenziato, pensate per simulare esercizi sia con che senza rebound. Tuttavia, non può essere montato su un supporto standard per rullante, costringendo all’uso su superfici come sedie o altri pad. Un limite che lo penalizza in termini di versatilità.


Sensazione: feeling sotto le bacchette
Parlare di sensazione significa andare oltre il semplice concetto di rimbalzo. In questa categoria, non si valuta solo quanto un pad “restituisce” l’energia del colpo, ma anche quanto è coinvolgente, realistico e utile allo studio tecnico. Alcuni pad, infatti, sono progettati non per emulare una pelle di rullante, ma per migliorare il controllo muscolare, la gestione dei colpi ghost e la precisione nei rudimenti.
Il RealFeel di Evans offre una sensazione familiare, solida e piacevole, soprattutto nei colpi doppi e negli esercizi dinamici. Ha una doppia superficie con rimbalzo variabile, ma quella più rigida, sebbene restituisca più energia, risulta meno controllabile. In ogni caso, è uno strumento affidabile per un lavoro tecnico quotidiano.
Lo Stagg Practice Pad si presenta con una buona risposta ed un rimbalzo leggermente più marcato rispetto al RealFeel. Tuttavia, la sensazione generale è leggermente più asciutta e meno “musicale”. È un pad onesto, adatto a esercizi di resistenza e rudimenti, ma non eccelle in naturalezza.
Invece, lo Zildjian Reflexx sorprende per la sua doppia superficie ad assorbimento progressivo, che ricorda strumenti a percussione come i timpani. Il Reflexx non cerca di imitare un tamburo acustico, ma propone una sfida muscolare molto utile: poco rimbalzo, tanto controllo, ideale per migliorare l’indipendenza dei polsi. Il più efficace per uno studio mirato alla precisione e alla forza.


Dinamica: controllo degli accenti e ghost notes
La dinamica è forse l’aspetto più sottovalutato nei pad da allenamento, ma in realtà è fondamentale. Un buon pad deve far percepire chiaramente le differenze tra ghost note e accenti, senza però restituire un rebound eccessivo che falsi il controllo. Anche se nessun pad può davvero replicare la sensibilità di un rullante acustico, alcuni si avvicinano al punto da essere strumenti eccellenti per lo studio tecnico avanzato.
Il RealFeel si comporta in modo eccellente. Pur non somigliando a un rullante reale, permette di capire perfettamente se stiamo eseguendo bene le variazioni dinamiche. Ghost note e accenti risultano ben separati, con una risposta naturale che non esagera né in difetto né in eccesso. Perfetto per esercizi tecnici sui rudimenti: preciso, chiaro, onesto. È uno di quei pad che insegna a suonare con intenzione.
Anche il pad Stagg sorprende positivamente. Durante l’esercizio, le ghost note sembrano avere un attacco più forte del previsto, il che può rendere più difficile mantenere un controllo fine della dinamica. Tuttavia, la distinzione tra i colpi resta evidente e l’esperienza rimane soddisfacente. Un po’ influenzato dal suono brillante del pad stesso, ma nel complesso più che valido anche per esercizi dinamici.
Il Reflexx, invece, è pensato principalmente per migliorare la forza e il controllo muscolare, ma la dinamica ne risente. La superficie assorbe molto il colpo e, se da un lato questo può essere utile per i polsi, dall’altro le ghost note tendono a sparire. Gli accenti si sentono, ma la gamma dinamica complessiva è limitata, rendendo difficile percepire le sfumature nei colpi.


Suono: volume e qualità percepita
Il suono di un pad non è solo un dettaglio secondario. Soprattutto in contesti domestici, il livello di rumore generato può fare la differenza tra un allenamento quotidiano sostenibile e l’odio del vicinato. Ma non si tratta solo di volume: ogni pad ha un timbro unico, che può influenzare anche la nostra percezione dei colpi e la voglia di suonare. Ecco perché abbiamo valutato tre aspetti: volume percepito, tipo di suono e piacevolezza all’uso prolungato.
Il RealFeel, ad esempio, offre un suono piacevole e ben definito sulla superficie principale, con un attacco chiaro ma non invadente. L’altro lato, però, è decisamente più rumoroso: quasi fastidioso, soprattutto in ambienti chiusi. Se fosse venduto solo con la faccia “buona”, il voto sarebbe anche più alto. Tuttavia, va premiata la versatilità: due superfici = due opzioni sonore.
Con lo Stagg si ottiene un suono più gommoso e cupo, tipico dei pad in materiale economico. Il volume è comparabile a quello del RealFeel, ma il timbro è meno nitido e tende a "mangiarsi" i dettagli dei colpi. Non dà fastidio, ma nemmeno soddisfa davvero. Ideale per esercizi senza pretese sonore, non eccelle ma fa il suo dovere.
Invece, il Reflexx sorprende per il volume contenuto: è nettamente più silenzioso degli altri due. Il suono, però, è molto ovattato, quasi simile a un colpo su un cuscino. Questo lo rende perfetto per non disturbare, ma poco utile se si cerca una risposta sonora realistica. Un pad da usare quando si vuole allenarsi in silenzio, senza perdere la concentrazione.


Come scegliere il miglior pad di allenamento per batteria
La scelta di un pad di allenamento per batteria non è mai banale, soprattutto se si intende utilizzarlo con costanza per migliorare tecnica, controllo e precisione. Esistono infatti diverse tipologie di pad, ciascuna pensata per rispondere a esigenze specifiche: chi desidera sviluppare la forza e l’indipendenza dei polsi può orientarsi su pad con scarso rimbalzo, come il Reflexx, che simulano un carico muscolare più intenso. Al contrario, per lavorare su velocità, rudimenti e colpi doppi, è preferibile una superficie più reattiva, come quella del RealFeel.
Anche l’ergonomia gioca un ruolo fondamentale: alcuni pad possono essere montati su uno stand da rullante, altri no, limitando le possibilità di utilizzo. Se ti alleni spesso in piedi o con la postura da batteria acustica, questo dettaglio può fare la differenza. Inoltre, se suoni in ambienti condivisi o in casa, valutate attentamente il volume sonoro generato dal pad. Alcuni materiali assorbono molto l’impatto (ideali per il silenzio), ma compromettono il feedback sonoro e la dinamica.
La dimensione è un altro parametro da non sottovalutare: pad grandi offrono maggiore superficie e realismo, ma sono meno pratici da trasportare. Se sei sempre in viaggio, meglio optare per modelli più compatti e leggeri, magari dotati di una custodia protettiva inclusa nella confezione.
Infine, il rapporto qualità/prezzo: non sempre serve spendere tanto per ottenere buone prestazioni. Alcuni pad economici, come lo Stagg, offrono caratteristiche interessanti anche per chi ha un budget ridotto. Tuttavia, se l’obiettivo è uno studio serio e continuativo, vale la pena investire in un pad che duri nel tempo e supporti il tuo percorso tecnico.
Conclusione
Scegliere il pad da allenamento giusto può sembrare semplice, ma dopo questo confronto dettagliato è chiaro che ogni modello ha una personalità ben distinta. L’Evans RealFeel è un grande classico: solido, versatile e bilanciato in tutte le categorie, perfetto per uno studio quotidiano completo. Lo Zildjian Reflexx brilla per silenziosità e controllo muscolare, ideale per chi vuole allenare forza e precisione, ma meno adatto a esercizi dinamici.
Il vero outsider è però lo Stagg Practice Pad, che con un costo inferiore si è rivelata un’alternativa competitiva: buone performance generali, accessori inclusi e ottimo rapporto qualità/prezzo.






