Quando si tratta di esibirsi dal vivo, la scelta del microfono giusto può fare la differenza tra una performance mediocre e un'esperienza sonora di alto livello. In questo confronto vengono messi alla prova tre tra i microfoni più utilizzati per il live: prima in ambiente controllato, poi direttamente su un palco vero, per coglierne le sfumature, le differenze e i punti di forza. 

L’obiettivo è fornire un confronto autentico e utile, pensato per chi deve scegliere il miglior microfono dinamico da utilizzare in contesti reali, tra sale prova e concerti dal vivo. Sei pronto a fare la tua scelta? 

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Migliori microfoni dinamici da live a confronto

Shure SM58: il colosso dei microfoni live

Introdotto nel 1966, lo Shure SM58 è ancora oggi uno degli strumenti più utilizzati da fonici e performer grazie alla sua straordinaria affidabilità. Progettato per affrontare i contesti più impegnativi, questo modello è noto per la sua robustezza: sopporta senza problemi urti, cadute accidentali e persino contatti con liquidi durante i concerti.

Dal punto di vista sonoro, lo SM58 offre una risposta di frequenza compresa tra 50 Hz e 15.000 Hz, con un carattere decisamente corposo sulle medie frequenze, ideale per dare presenza e solidità alla voce su impianti PA. Il pattern polare è cardioide, l’unico tra i tre modelli analizzati e assicura una buona reiezione dei suoni fuori asse.

Durante l'ascolto in cuffia, si notano alcune caratteristiche peculiari: pur essendo leggermente sensibile ai rumori da manipolazione e alle plosive (come le lettere “P” e “T”), il comportamento resta sempre gestibile, soprattutto in un contesto dal vivo dove l’ambiente maschera queste sfumature.

Questo microfono è stato testato anche in condizioni reali su palco, dimostrando di mantenere intatta la qualità del suono anche dopo anni di utilizzo. Nonostante alcune ammaccature fisiche, le prestazioni restano eccellenti, confermando la reputazione dello SM58 come uno standard insostituibile per le esibizioni live.

SE Electronics V7: il nuovo standard?

Tra i microfoni dinamici più riconoscibili degli ultimi anni, il SE Electronics V7 si distingue immediatamente per la sua capsula rossa, ormai familiare su numerosi palchi internazionali. Tuttavia, l’impatto visivo non è l’unico elemento che ha contribuito alla sua popolarità: il V7 è un microfono progettato con grande attenzione sia al suono sia alla robustezza strutturale.

Dotato di un pattern polare supercardioide, questo microfono offre un’eccellente reiezione dei suoni fuori asse, con una gamma di frequenza estesa dai 40 Hz ai 19.000 Hz. Rispetto al classico SM58, il V7 si presenta leggermente più definito sulle alte e più ricco sulle basse, senza però risultare aggressivo o eccessivamente brillante. La resa complessiva è equilibrata e moderna, adatta a chi cerca un suono dettagliato anche in contesti live rumorosi.

Durante le prove, si è dimostrato molto resistente ai rumori da contatto e alle plosive, offrendo una resa più pulita rispetto ad altri microfoni della stessa fascia. Sebbene manchi una lunga esperienza sul campo paragonabile a quella dell’SM58, il V7 ha comunque restituito ottimi risultati anche in condizioni reali, con una buona stabilità e una risposta dinamica coerente.

Il SE V7 rappresenta probabilmente il microfono più recente tra i tre analizzati, il che ha probabilmente permesso al produttore di ottimizzare il progetto raccogliendo feedback dai modelli concorrenti. Il risultato è un microfono affidabile, dal prezzo accessibile, che compete direttamente con lo standard di riferimento della categoria.

Sennheiser E945: dettaglio e stabilità

Il terzo microfono è il Sennheiser E945, un modello dinamico supercardioide progettato per offrire massima intelligibilità vocale anche nei contesti più complessi. Con una risposta in frequenza che va dai 40 Hz ai 18.000 Hz, l’E945 si distingue per una timbrica leggermente più ricca e piena rispetto ai competitor della stessa fascia.

Durante i test, sia in studio che in live, il microfono ha dimostrato un’ottima capacità di mantenere una resa sonora stabile, anche in caso di movimento della mano o variazioni nell’angolo di emissione vocale. Anche quando la bocca si allontana dall’asse principale, la perdita di volume resta contenuta e graduale, garantendo così una performance fluida e controllata.

Dal punto di vista sonoro, l’E945 restituisce una voce più definita e corposa, con una particolare attenzione alla gamma medio-alta, senza risultare tagliente o affaticante. Questo lo rende particolarmente indicato per voci potenti, ma anche per chi cerca un suono scolpito e preciso, capace di emergere nel mix live senza eccessive elaborazioni in post-produzione.

Rispetto a SM58 e V7, il prezzo è leggermente superiore, ma giustificato dalla qualità costruttiva, dalla resa acustica e dalla stabilità del segnale anche in condizioni dinamiche. Tutti e tre i microfoni sono stati testati con lo stesso livello di gain, e l’E945 ha restituito una risposta in linea con gli altri due, confermando un comportamento bilanciato in termini di sensibilità.

Quale microfono scegliere per i live?

Per valutare in modo completo le prestazioni dei tre microfoni, il soundcheck è l’occasione perfetta per metterli alla prova, con nessuna equalizzazione aggiuntiva, in maniera tale da esaltarne il carattere naturale. Durante il test: 

• Il V7 è stato affidato alla voce principale, per verificarne la tenuta e la brillantezza su una linea melodica in primo piano;
• Il Sennheiser E945 è stato assegnato alla seconda voce, con un’impostazione più laterale rispetto al fronte del palco;
• Lo Shure SM58 è rimasto a disposizione per una terza linea vocale di riferimento.

Il V7 si comporta molto bene sulle sibilanti, offrendo un’ottima gestione del flusso d’aria anche quando il microfono non è perfettamente perpendicolare alla bocca. Rispetto al classico SM58, il V7 ha restituito un’impressione di maggiore controllo nelle lettere esplosive e un comportamento più neutro alla variazione d’angolo.

L’E945, utilizzato in condizioni meno ideali (con una posizione decentrata e inclinata), ha evidenziato la stabilità dinamica del microfono. La resa è rimasta consistente anche con cambiamenti di distanza dalla capsula, a conferma della versatilità del supercardioide di casa Sennheiser.

In generale, il paragone costante con lo SM58 emerge come naturale punto di riferimento, trattandosi dello standard consolidato per il live. Tuttavia, gli altri modelli rappresentano delle alternative valide e moderne, capaci di offrire soluzioni sonore personalizzate, a seconda del timbro e dello stile del cantante. 

Durante il concerto vero e proprio, i microfoni hanno garantito una riproduzione chiara, bilanciata e dinamicamente stabile delle tre voci. Il test live ha quindi messo in evidenza un aspetto chiave: SM58, V7 ed E945 sono tutti microfoni altamente affidabili, capaci di restituire fedelmente le caratteristiche della voce anche in condizioni reali, offrendo performance solide e plug & play, senza complicazioni tecniche.

Conclusioni 

SM58, V7 ed E945 rappresentano tre soluzioni affidabili e performanti per il canto dal vivo. Tutti e tre i microfoni si sono dimostrati robusti, coerenti nel suono e adatti al palco, offrendo un livello qualitativo elevato indipendentemente dal marchio o dalla fascia di prezzo. 

Lo Shure SM58 si conferma uno standard mondiale grazie alla sua solidità storica, ma anche il SE Electronics V7 e il Sennheiser E945 offrono caratteristiche moderne che rispondono a esigenze diverse, come maggiore definizione, migliore reiezione del feedback e versatilità timbrica.

La differenza reale non sta nel prezzo, ma nella voce di chi li usa: il consiglio è quello di scegliere in base al timbro personale e al contesto d’uso, sia esso un piccolo club, un palco all’aperto o una sala prove. In definitiva, non esiste una scelta migliore in assoluto, ma il microfono giusto per il proprio stile, la propria voce e la propria musica.