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Gibson Les Paul Studio: versioni Standard, Modern e Session a Confronto

Tre Gibson Les Paul Studio, tre anime diverse di una stessa filosofia costruttiva. La serie Studio rappresenta da sempre l’anello di congiunzione tra il leggendario suono Les Paul e un approccio più accessibile, pensato per chi cerca l’essenza dello strumento senza dover investire nei dettagli estetici più lussuosi. Nata per offrire le stesse prestazioni sonore delle sorelle maggiori – ma con un design più sobrio e un prezzo più contenuto – la Les Paul Studio è diventata negli anni un vero punto di riferimento per chitarristi di ogni livello.
Con il tempo, però, anche la “grezza ma onesta” Les Paul Studio si è evoluta. La linea si è arricchita, le finiture si sono fatte più curate, e oggi troviamo sul mercato tre varianti ben distinte: Studio, Modern Studio e Studio Session. Ognuna con le proprie caratteristiche, i propri punti di forza e un’estetica sempre più accattivante. In questo confronto approfondito, le metteremo alla prova per scoprire quale merita davvero un posto nel vostro rack.
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Gibson Les Paul Studio a confronto
Gibson Les Paul Studio Standard: la versione classica
La Gibson Les Paul Studio, nella sua versione “standard”, rappresenta da sempre l’equilibrio ideale tra anima vintage, affidabilità e accessibilità. Anche in questa nuova incarnazione, il cuore rimane fedele alla tradizione: corpo e manico in mogano, top in acero “plain” – senza figurazioni appariscenti – e una finitura sobria ma elegante, con qualche leggera fiammatura visibile qua e là. Gibson ha deciso di non puntare sull’estetica esuberante, ma su un design pulito, pensato per il musicista che cerca sostanza più che apparenza.
Le novità non mancano. La tastiera è ora in palissandro, in sostituzione del legno precedentemente utilizzato, e il manico mantiene il profilo confortevole che da anni conquista una larga fascia di chitarristi. Il binding con fret nibs regala un look più curato, in perfetto stile Les Paul “classic”, mentre le meccaniche richiamano quelle dei modelli anni ’50. I pickup montati sono i Burstbucker Pro, noti per la loro capacità di offrire un suono bilanciato ma grintoso, e sono affiancati da un sistema di coil tap, che consente di ottenere sfumature sonore più brillanti e articolate, seppur diverse da un vero single coil.
A livello funzionale, la chitarra mantiene un’impostazione “nuda e cruda”: due toni, due volumi, niente fronzoli. Eppure, suona sorprendentemente bene. Testata su un Quad Cortex con emulazione Soldano SLO, la Studio ha mostrato grande versatilità, sia sui suoni clean che crunch, sia a pickup splittati che in modalità humbucker piena. Il suono al ponte risulta articolato e tagliente, quello al manico caldo e musicale. Le possibilità di configurazione sono tante – tra split e combinazioni – ma non confondono: al contrario, invitano alla sperimentazione.


Gibson Les Paul Modern Studio: spartana ma potente
Con la Les Paul Modern Studio, Gibson cambia decisamente marcia. Non è una semplice variante della Studio classica: è un vero e proprio aggiornamento progettuale che guarda al presente e strizza l’occhio ai chitarristi più esigenti in termini di ergonomia, suonabilità e versatilità timbrica. Si parte da una base tradizionale – corpo in mogano con camere tonali per alleggerire lo strumento, top in acero non figurato e manico in mogano – ma tutto il resto è stato pensato per offrire un’esperienza più moderna, sia dal punto di vista costruttivo che estetico.
A livello di finiture, le colorazioni sono opache, con una piacevole sensazione “soft touch” e un aspetto decisamente più attuale rispetto alla tradizione lucida delle Les Paul classiche. Il manico ha profilo Slim Taper e la tastiera è in ebano, un dettaglio di pregio che restituisce maggiore brillantezza e definizione al suono. Nessun binding, ma bordi ben lavorati e satinatura uniforme: la sensazione sotto le dita è immediatamente piacevole, quasi da chitarra boutique. Le meccaniche sono Grover, precise e stabili, mentre i tasti, perfettamente rifiniti, scorrono senza ostacoli anche nelle tecniche più avanzate.
Il cuore del suono è affidato a due pickup humbucker Modern Classic, progettati per offrire output medio e grande chiarezza. La vera sorpresa, però, è nella circuitazione: coil split, phase reverse e bypass dei toni rendono questa chitarra una piccola centrale creativa. Con un solo strumento si possono coprire territori sonori che vanno dal classic rock al funk, dal jazz fino al metal più moderno. Il tutto gestito da controlli intuitivi e reattivi, senza mai perdere il feeling da “vero strumento”.
Il risultato? Una Les Paul più leggera, più comoda e più flessibile, ma senza rinunciare al carattere. Il sustain rimane abbondante, la dinamica è ampia e la gamma timbrica è davvero sorprendente per una chitarra che si presenta con un look minimal. Non è solo una Studio più moderna: è uno strumento progettato per rispondere alle esigenze del musicista contemporaneo, che magari suona ore in piedi, lavora in studio, sperimenta con effetti e profili digitali, e vuole una Les Paul che non lo limiti.


Gibson Les Paul Studio Session: la più convincente?
Tra le tre varianti Studio proposte oggi da Gibson, la Studio Session è probabilmente la più sorprendente. Presentata anche con il nickname commerciale “The One”, questa chitarra si distingue nettamente per il suo equilibrio tra feeling moderno, qualità costruttiva e prezzo.
Rispetto alla Studio, la Session offre diversi elementi che ne innalzano il valore percepito: il logo Gibson è in madreperla, il binding è presente su corpo e tastiera, e c’è anche uno scasso ergonomico posteriore che migliora l’accesso agli ultimi tasti. Inoltre, monta una tastiera in ebano con raggio da 12”, che regala una sensazione al tocco molto più rifinita rispetto alle versioni entry.
Il top in acero 2A non è un flame da Custom Shop, ma è visivamente apprezzabile, con diverse colorazioni disponibili. I pickup sono dei 57 Classic con un 57 Classic Plus al ponte, una combinazione che offre definizione, spinta e calore vintage ma con un output adatto anche a contesti più spinti. Sotto le dita, il manico Slim Taper è veloce e comodo: niente bat da baseball in stile R8, qui si va più dalle parti delle Modern o Supreme.
A livello di corpo, come le sorelle, è presente il weight relief Ultra-Modern, che la rende molto più leggera e bilanciata – un punto a favore soprattutto per chi suona a lungo o per uso quotidiano. E sì, c'è anche la possibilità di splittare i pickup, per un’ulteriore gamma timbrica da esplorare.
La Studio Session si è dimostrata bilanciata, reattiva, mai troppo brillante e con una voce ben definita anche a volumi da palco. In contesto lead, la dinamica è ottima, il suono rimane presente ma mai pungente. E con il gain alzato o con i pickup splittati, l’espressività rimane sempre coerente.
C’è da dire una cosa: questa Studio Session non sembra affatto una Les Paul Studio. Il feeling è più premium, più “consapevole”, come se fosse pensata per diventare la nuova standard non dichiarata del catalogo Gibson.


Qual è la Gibson Les Paul Studio giusta per te?
Tutti e tre i modelli offrono un ottimo compromesso tra qualità, prezzo e identità sonora. La Les Paul Studio "standard" è una scelta concreta, affidabile e dal prezzo ancora contenuto, ideale per chi cerca un modello USA senza fronzoli ma efficace.
La Studio Session rappresenta la soluzione più equilibrata tra prestazioni, suonabilità e finiture. Il binding, la tastiera in ebano e i pickup 57 Classic la rendono un prodotto maturo, moderno, adatto a musicisti versatili e attenti al dettaglio.
La Studio Modern, infine, è la più orientata all’innovazione: body alleggerito con camere tonali, look satinato, elettronica evoluta. Una scelta per chi desidera performance moderne in un corpo tradizionale, senza rinunciare al timbro Gibson.
Gibson ha strutturato questa gamma in modo tale che ogni modello rappresenti un gradino superiore, sia in termini di dotazioni che di prezzo. Il risultato è una linea di strumenti pensati per soddisfare esigenze differenti, dalla Les Paul da tutti i giorni alla Studio da studio, fino alla versione più rifinita e performante per chi vuole il massimo in un formato accessibile.


Conclusione
In un mercato sempre più esigente, Gibson ha saputo differenziare la propria offerta con tre modelli di Les Paul Studio pensati per target diversi ma accomunati da qualità costruttiva e identità sonora. La versione Standard resta una scelta solida e senza fronzoli, perfetta per chi cerca affidabilità e timbro classico a un prezzo accessibile. La Modern Studio introduce soluzioni contemporanee, sia nell’elettronica che nell’ergonomia, rivolgendosi a chi lavora in studio o live con setup moderni e vuole una chitarra flessibile e leggera.
Infine, la Studio Session si impone come un punto di equilibrio ideale tra tradizione e innovazione: finiture curate, pickup 57 Classic, binding e manico veloce la rendono uno strumento capace di adattarsi a qualsiasi contesto musicale. In definitiva, tre strumenti diversi, ma complementari, capaci di coprire tutte le esigenze di un chitarrista moderno, dal palco alla produzione in studio, con lo stile inconfondibile del marchio Gibson.








