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Recensioni di Redazione | 08-05-2025

Behringer Proton: il Sintetizzatore Semimodulare che Cambia le Regole

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Behringer Proton: il Sintetizzatore Semimodulare che Cambia le Regole

Il Behringer Proton è il nuovo sintetizzatore semimodulare che raccoglie l’eredità del celebre Behringer Neutron e la porta ad un livello completamente inedito. Il Proton non è solo un aggiornamento ma una vera e propria evoluzione, un synth tutto nuovo con una versatilità che ti sorprenderà. Nelle prossime righe, scoprirai tutte le differenze principali tra i due modelli, in maniera tale da comprendere al meglio in cosa consiste questo upgrade. 

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Behringer Proton vs Neutron: le principali differenze

Partiamo dalle interfacce: il Behringer Proton e il Neutron hanno dimensioni identiche, e come quest’ultimo, anche il Proton è un sintetizzatore semimodulare, completo di patch bay. Tuttavia, il Proton integra più funzioni, quindi la sua patch bay è leggermente più ampia, con una fila in più.

I knob mantengono lo stile del Neutron, ma nel Proton sono più piccoli e più morbidi alla rotazione, una scelta necessaria per contenere tutte le nuove funzionalità in uno spazio compatto.

La circuitazione sonora è invariata e gli oscillatori e filtri sono gli stessi del Neutron, ma con un’importante differenza: nel Proton ci sono due filtri multimodo (low-pass, band-pass, high-pass) al posto di uno solo. Possono essere usati in parallelo o separati, con frequenze di taglio indipendenti o sincronizzate.

Anche gli oscillatori restano fedeli all’originale, con supporto a parafonia e poly chain, per combinare più unità Neutron/Proton e ottenere un sistema polifonico.

Il Proton offre due VCA (uno controllabile da patch bay) e due LFO invece di uno. Gli inviluppi sono sempre due (assegnabili e normalizzati), ma ora puoi anche scegliere tra modalità fast o slow, attivare il retrigger e personalizzare il comportamento in modo molto più flessibile. Nella sezione Utility, ci sono due attenuatori e un CV Mix, esattamente come nel Neutron, accessibili via patch bay.

Il vero salto in avanti? Il nuovo Wavefolder, con controllo di simmetria e folding: un chiaro richiamo alla sintesi West Coast. A questo si aggiungono due inviluppi ASR (attack, sustain, release), completamente indipendenti e liberamente assegnabili. Possono essere messi in loop, invertiti, usati in retrigger o reverse, una rarità in questa fascia di prezzo.

L’unica rinuncia rispetto al Neutron è l’assenza di un delay integrato. Tuttavia, è compensata dalla possibilità di usare soft clipping e dalla presenza del wavefolder. E se hai già altri effetti esterni, moduli o pedali, difficilmente sentirai la mancanza del delay onboard.

Come suona il Behringer Proton? 

La sezione oscillatori offre fin da subito grande flessibilità: oltre al classico mix tra oscillatore 1 e 2, il Proton introduce un controllo di submix. Portando la manopola completamente a destra si ascolta solo il suono puro dell’oscillatore, ma ruotandola verso il centro si aggiunge gradualmente un sub-oscillatore un’ottava sotto. Questo dona corpo e profondità al timbro, aggiungendo una piacevole “ciccia” sonora.

Tutto il segnale passa attraverso due filtri, che possono essere utilizzati in parallelo. Con il controllo Filter Mix puoi scegliere se ascoltare uno solo dei due o una combinazione bilanciata. Ogni filtro può essere modulato separatamente: assegniamo ad esempio Envelope 1 al filtro 1 e costruiamo un semplice arpeggio con risonanza e tracking della tastiera. In questo modo, il filtro si apre di più sulle note alte e meno su quelle basse, restituendo dinamismo armonico.

Il filtro 2, inizialmente lasciato “flat”, può essere modulato da Envelope 2, con impostazioni completamente diverse. A entrambi possiamo anche assegnare modulazioni da LFO 1 e 2, scegliendo la forma d’onda, la velocità (rate), la modalità one-shot, il retrigger, e la sincronizzazione MIDI.

Molto interessante è anche la funzione Shift, che permette di passare rapidamente da un LFO all’altro per gestirli individualmente. Impostiamo ad esempio un dente di sega sul LFO 2 e ne controlliamo intensità e velocità per generare una modulazione ritmica sul filtro.

Patch Bay in azione: ASR, wavefolder e modulazioni complesse

Utilizzando ASR1 (uno dei due inviluppi extra) per modulare la shape del primo oscillatore e attivando modalità loop e bounce si crea una modulazione ciclica avanti e indietro. Impostando anche la parafonia, invece, si arricchisce ulteriormente la tessitura sonora.

Il wavefolder può essere impostato in modalità AM per farlo reagire alla modulazione d’ampiezza. In questa maniera, si ottiene una distorsione dinamica, molto utile per timbri West Coast. Se impostato su BP (bypass), la sezione viene esclusa dal segnale.

Utilizzando ASR2 e assegnandolo tramite un attenuatore al controllo del rate di LFO1, la velocità dell’LFO cambia in tempo reale, generando modulazioni sempre diverse. E’ possibile ascoltare il risultato sul Filtro 1, isolato tramite Filter Mix.

Mappando ASR2 alla frequenza di taglio del filtro, si ottiene un inviluppo autonomo e continuo che apre e chiude il filtro anche in modalità hold da tastiera, senza necessità di trigger continui.

Attivando invert e miscelando ASR1 e ASR2 tramite il CV Mix, possiamo creare curve di modulazione complesse e dinamiche, perfette per evoluzioni ritmiche irregolari. Disattivando il retrigger su almeno uno dei due inviluppi, i loro loop vanno a sfasarsi, creando pattern ritmici imprevedibili e praticamente infiniti.

Conclusioni

Il Behringer Proton rappresenta un’evoluzione significativa rispetto al già apprezzato Neutron. Pur mantenendo il carattere sonoro che ha reso celebre il suo predecessore, introduce una serie di funzionalità avanzate che lo rendono uno strumento decisamente più completo. Tra le novità più rilevanti si trovano i due inviluppi ASR con opzioni di loop, bounce, reverse e retrigger, elementi rari anche su sintetizzatori di fascia più alta.

La presenza di due filtri multimodo, una patch bay ancora più estesa, il wavefolder integrato e una gestione del segnale estremamente flessibile rendono il Proton ideale sia per l’uso in studio che in live. Sebbene manchi il delay integrato del Neutron, questa assenza viene ampiamente compensata dalle nuove possibilità di sound design.

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