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Corde per Chitarra Classica: Come Scegliere la Muta Perfetta

Quando si parla di corde per chitarra classica, esistono moltissime mute diverse, ciascuna con caratteristiche specifiche che possono influenzare il suono e la suonabilità dello strumento. L’obiettivo di questa guida, quindi, è offrire una panoramica chiara sulle principali differenze tra le varie tipologie di corde, aiutandoti a fare una scelta consapevole.
Come per le chitarre elettriche, anche per le classiche non esiste una “corda perfetta”. Nella scelta, incidono i gusti personali, il feeling, materiali e tensioni. Scopri nelle prossime righe come orientarti al meglio in questo universo.
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Perché è importante scegliere corde di qualità per la chitarra classica
Quando si parla di corde per chitarra classica, uno degli aspetti più importanti riguarda sicuramente la qualità. Nel mondo della classica, ancora più che sulle chitarre elettriche e acustiche, rivolgersi a corde di qualità è fondamentale. Non si tratta necessariamente di acquistare mute da 25 o 30 euro da montare su strumenti economici, ma di comprendere quanto le corde incidano sul rendimento complessivo.
La chitarra classica, per sua natura, è uno strumento acusticamente inefficiente, in quanto le corde in nylon generano una quantità limitata di energia acustica. Ciò significa che la qualità del suono prodotto dipende dalla capacità dello strumento di amplificare ed esprimere al meglio ogni vibrazione.
Ad esempio, devi sapere che le chitarre di liuteria si distinguono da quelle industriali perché realizzate con spessori di legno sottilissimi, in grado di vibrare con la massima efficienza. Nella produzione su larga scala, è quasi impossibile replicare questo livello di delicatezza, per evitare di produrre strumenti fragili e poco durevoli.
Le corde, quindi, diventano il miglior alleato di un chitarrista, insieme alla sua tecnica e sensibilità. Scegliere una muta di qualità significa anche valorizzare ogni sfumatura sonora del proprio strumento.


Tipologie di tensione: bassa, normale, alta, extra
Anche la tensione è un parametro che incide in modo importante sia sul suono che sulla suonabilità dello strumento. Il principio è molto simile a quello applicato alle chitarre elettriche o acustiche, ma con una differenza sostanziale: nella chitarra classica non si parla di scalature numeriche come 09, 010 o 011, bensì di tensione.
Ciò accade perché i materiali utilizzati per produrre le corde per chitarra classica variano moltissimo e, quindi, anche il loro spessore può cambiare, a prescindere dalla tensione. È quindi possibile, ad esempio, trovare un cantino (la prima corda) a tensione bassa che risulta più spesso di uno a tensione alta. Per questo motivo, parlare di “spessore” ha poco senso: la vera discriminante è, appunto, la tensione nominale della muta.
Generalmente, è possibile distinguere 4 categorie di tensione: bassa, normale, alta, molto alta o extra forte. Tra le corde più utilizzate ci sono quelle a tensione normale e alta, un buon compromesso tra facilità di esecuzione e resa sonora.
Tuttavia, è bene specificare che, in commercio, esistono anche le corde a tensione mista, una configurazione in cui i bassi rivestiti (Mi, La, Re) sono a tensione alta, mentre i cantini (Sol, Si, Mi), sono a tensione normale.
In ogni caso, la scelta della tensione giusta può variare in base a diversi fattori, tra cui la tecnica del chitarrista e le caratteristiche dello strumento. In linea di massima:
Le corde a tensione più bassa risultano più morbide al tocco e sono quindi più indicate per principianti o per chi cerca il massimo comfort durante l’esecuzione.
Le corde a tensione più alta offrono invece un suono più brillante, definito e potente, ma richiedono una maggiore forza nella mano sinistra e una chitarra capace di gestire la pressione senza compromettere la struttura
La tensione incide anche sulla risposta dinamica dello strumento: maggiore è la tensione, maggiore sarà la proiezione sonora e la stabilità dell’intonazione, a costo di un impegno fisico superiore.


Materiali delle corde per chitarra classica: evoluzione e differenze
Per comprendere l’evoluzione dei materiali, è utile fare un salto nel tempo, fino agli anni ‘50. Fino a quel momento, infatti, le corde venivano prodotte in budello naturale, solitamente ricavato da intestini di pecora. Questo materiale, lavorato artigianalmente in fili sottili e poi intrecciato, veniva rifinito con estrema cura per ottenere il giusto spessore, resistenza e risposta timbrica. Tuttavia, il procedimento era piuttosto lungo e tutt’altro che economico.
Albert Augustine, in collaborazione con il celebre chitarrista Andrès Segovia, ebbe l’intuizione di sperimentare un materiale alternativo: il nylon. Fu una vera rivoluzione e, da quel momenti in poi, l’utilizzo del nylon aprì la strada ad una continua sperimentazione di materiali sempre più innovativi. Nella produzione moderna, le corde per chitarra classica sono generalmente formate da due sezioni:
- I bassi (Mi, La, Re) hanno un’anima in nylon oppure in materiali affini, formata da sottili filamenti attorno ai quali viene avvolto un rivestimento, solitamente placcato in argento.
- I cantini (Sol, Si, Mi) sono realizzati in materiali più vari e tecnologici come nylon classico, fluorocarbonio, titanio, kevlar, nilgut (un materiale che simula le caratteristiche timbriche del budello).
La varietà non è affatto casuale. A seconda del repertorio e dello stile, un musicista può preferire uno suono più brillante, oppure più caldo, morbido e scuro. Per esempio, chi suona musica ottocentesca spesso ricerca sonorità più vellutate e vintage, mentre i concertisti moderni tendono a preferire corde che offrano precisione, risposta dinamica, sustain e volume.


Come abbinare le corde al proprio strumento
Arrivati a questo punto, a quali corde affidarsi? La risposta, come spesso accade in questo mondo, è: dipende. Dipende dal tipo di suono di cui sei alla ricerca ma soprattutto dallo strumento in tuo possesso. Nella chitarra classica, il suono dipende molto più dallo strumento che dalle corde.
A differenza della chitarra elettrica o acustica, una chitarra classica è uno strumento estremamente inefficiente in termini energetici. Pertanto, se costruita male, anche con le migliori corde al mondo, non suonerà come dovrebbe.
Per questo motivo, il primo passo per scegliere le corde giuste è valutare le caratteristiche della tua chitarra. Se sei in possesso di uno strumento entry-level, che magari ha un bel timbro ma fatica in termini di proiezione, potresti optare per corde ad alta tensione.
Se, invece, suoni una chitarra da liuteria, vale la pena sperimentare diverse mute, materiali e tensioni. Due set in fluorocarbonio, uno della Savarez e uno della D'Addario, pur avendo lo stesso materiale, possono restituire sensazioni completamente diverse.
Consigli pratici per scegliere la muta giusta
Se stai cercando una soluzione solida e accessibile per una chitarra senza particolari esigenze, puoi tranquillamente scegliere un set in nylon di D’Addario. Hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo, costano intorno ai 10 € e, spesso, anche meno. Se vuoi qualcosa in più, puoi salire di fascia e puntare alle Pro-Arté o valutare una muta in fluorocarbonio.
Anche le corde Savarez occupano un posto di rilievo nella mente dei chitarristi, in particolare il modello con codifica rosso/blu. Si tratta di una muta a tensione mista in cui i bassi sono in tensione forte, mentre i cantini sono in tensione normale.
Questa combinazione aiuta a bilanciare il timbro, mantenendo un’ottima brillantezza e attacco sui bassi, e una dolcezza controllata nei cantini, evitando eccessiva asprezza tipica del fluorocarbonio in alta tensione.
Ovviamente, non esistono solo D’Addario e Savarez. Altre marche come Hannabach, Augustine, Aquila e molte altre offrono una grande varietà di mute, anche ibride, per adattarsi a ogni esigenza sonora.


Conclusioni
Scegliere le corde per chitarra classica giuste è un processo che richiede attenzione, valutazione e sperimentazione. Non esiste una formula universale: ogni chitarrista ha gusti, esigenze e strumenti differenti.
Parti con la conoscenza del tuo strumento e del tipo di suono che vuoi raggiungere, valutando parametri come materiale, tensione e risposta timbrica. Le mute di qualità – come quelle D’Addario, Savarez, Hannabach o Augustine – possono davvero valorizzare anche strumenti economici, migliorando comfort e proiezione sonora.