Interviste

Interviste di Redazione | 01-01-2024

Cosmo vola Sulle Ali del Cavallo Bianco e ci porta con sè

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Cosmo vola Sulle Ali del Cavallo Bianco e ci porta con sè

Cosmo si prende sempre il rischio di cambiare, di esplorare paesaggi e territori nuovi, di non replicare la formula che l’ha portato al successo ma di fare, davvero, l’artista. Gli abbiamo parlato in occasione dell’uscita del suo ultimo album, Sulle Ali Del Cavallo Bianco.

Partiamo dal futuro: album, tour. Ci hai abituato a live sorprendenti, per la musica ma anche per l’impianto scenografico, i visual... tutto. Come sarà strutturato il nuovo tour?

Questo sarà il mio tour migliore a livello di allestimento, se togliamo la data al Forum del 2019 che era stata faraonica per me. Il racconto musicale sarà più vario, sarà un bel viaggio, con più sentimento e meno “cassa in quattro”. Con la scaletta dello scorso tour ho portato il mio corpo allo stremo, sono svenuto, letteralmente, un paio di volte, mentre stavolta avremo anche una chitarra sul palco, ci sarà la tensione del club ma anche qualche momento intimo, più sentimento.

E questo lo vivi come un ritorno ai tuoi primi album, se vuoi più melodici, più “canonici” prima degli ultimi lavori in cui hai trovato una personalità completamente tua – almeno secondo me, ovviamente - o è invece uno slancio evolutivo?

Be’, io chiaramente la vivo come un’evoluzione. Il disco l’ho sviluppato, scritto e prodotto interamente insieme a Not Waving, Alessio Natalizia. C’è uno sguardo al passato ma il discorso tra noi è stato quello di aprirci qualsiasi porta ci si aprisse, anche casualmente, proprio per andare musicalmente oltre a ciò che avevo fatto negli anni scorsi.

La musica elettronica e da club è una parte molto importante della tua produzione ma anche della tua vita da dj. Cosa ti ha intrigato ultimamente?

Sono felice che Ivreatronic, il collettivo di cui faccio parte, sia ciò che mi piace, per la varietà stilistica, per l’apertura mentale, per l’approccio. All’ultima festa che abbiamo fatto al Bunker di Torino ho suonato in apertura, dalle 21 a mezzanotte, e così mi sono messo a suonare cose ambient, sperimentali, mi sono preso il mio tempo per aprire la serata in modo totalmente libero, senza stare a “farmi pippe” da protagonista. 

E mi è piaciuto molto.